Un seme di Vangelo (Lc 19, 1-10)

Questo gesto di Gesù, compiuto un attimo prima della sua passione esprime in sé tutto l’agire di Dio. Lo scandaloso agire di Dio. Esprime l’incomprensibile Dio che nessuno comprende e accoglie (“tutti” mormorano, infatti contro Gesù). 

Chi è Dio infatti?

E’ colui che cerca i peccatori, è colui che salva i perduti. 

Ecco il volto del vero Dio: non il Dio della legge, il Dio del merito, il Dio della benevolenza che possiamo conquistare se abbiamo almeno un po’ di buona volontà.

E’ il Dio che cerca i perduti. Irresistibilmente attratto dai peccatori. Un Dio che ha viscere di misericordia, che rischia la sua buona fama per gli ultimi. 

Un Dio che cerca, un Dio che si espone per chi non merita affatto misericordia e il privilegio che viene accordato. 

… cosa ne abbiamo fatto noi cristiani di questo Dio?  

Noi, infatti, non siamo una chiesa che cerca i perduti. Ma piuttosto una chiesa che custodisce i suoi. Magari che preferisce i migliori, che accarezza i “giusti”. 

Cosa sarebbe la chiesa e la pastorale se noi fossimo, come Gesù, in cerca dei perduti? E li mettessimo al centro? E a loro dedicassimo tutto il nostro tempo?

La cura per i pochi che sono rimasti dentro assorbe la maggioranza delle energie ecclesiali che andrebbero investite a “cercare e salvare chi è perduto”. Non chi non se ne è mai andato di casa…

La chiesa è tale solo se cerca i perduti. E ha fiducia che coloro che sono “perduti” possono essere capaci di una conversione più autentica e più radicale dei nostri piccoli passi di miglioramento, delle nostre piccole rinunce, dei nostri “sacrifici della mutua” o delle nostre effimere buone volontà spirituali…

Il vangelo ci racconta, infatti, che chi si converte davvero perde il senso della misura! Come Zaccheo che non fa giustizia, ma compie un gesto eccessivo, senza limiti, che rompe completamente la sua logica di sempre…

don Ivo

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