ARTICOLO SEME DEL VANGELO 1 settembre 2019 (Lc 14, 1. 7-14)

La parola del Vangelo di oggi è assolutamente rivoluzionaria: va’ a metterti all’ultimo posto. Fin dall’inizio, la storia dell’uomo è segnata dalla ricerca del primo posto, dal bisogno di riconoscimento a scapito degli altri, dalla gara per accaparrarsi le posizioni migliori. Gesù conosce tutto ciò e il Vangelo ci racconta che la tentazione del successo lo mette alla prova in prima persona in più occasioni; proprio per questo motivo, davanti allo spettacolo di invitati a un banchetto che fanno a gara per avere i posti migliori, sfida tutti a cambiare atteggiamento. Chi è ospite esca dalla competizione e si sieda in fondo, il padrone di casa non cerchi interiormente il contraccambio, chiamando a pranzo persone che a loro volta dovranno ricambiare l’invito.

È una parola rivoluzionaria, ripeto, perché se guardiamo dentro di noi con onestà, ci accorgiamo di quante volte andiamo a cercare il ‘posto’ migliore anche nelle piccole cose (chi non ha mai guardato nel piatto dell’altro per vedere se era più pieno del proprio?!); o di quanto spesso facciamo le cose con il desiderio del contraccambio – e la delusione che patiamo se ciò non avviene ne è la prova -. Il Vangelo di oggi mette fortemente in discussione le logiche del nostro mondo, ma prima di tutto mette in discussione noi e ci chiede di riconoscere ciò che portiamo nel cuore.

Attenzione però! Gesù oggi non indica ai suoi interlocutori una strategia alternativa per raggiungere il successo, scegliendo l’ultimo posto ‘per finta’, come un modo per farsi chiamare più avanti; se così fosse, si tratterebbe in fondo di una grande ipocrisia. Ci sono persone che mostrano una faccia dimessa, ma lo fanno per attirare l’attenzione, per vedere se arriverà un invito; sono persone ‘fintamente umili’, con una profonda sete di primeggiare che si esprime in tante rabbie nascoste o a volte espresse a mezza voce. Non è questo l’ultimo posto del Vangelo.

Occupare l’ultimo posto significa piuttosto accettare di prendereil proprio posto, di assumere la propria condizione di vita con le sue responsabilità e i suoi limiti. In fondo, l’ultimo posto per noi è sempre quello in cui ci troviamo a vivere, tant’è vero che spesso cerchiamo di sfuggirvi usando le strategie più varie o anche solo con la fantasia. Il nostro posto sono i ruoli che rivestiamo, è la nostra età, sono le scelte di vita fatte, sono i legami che abbiamo costruito con i loro pesi … 

Credo che oggi il Vangelo chieda a tutti noi: qual è il mio posto? Quale responsabilità comporta e quali limiti mi impone? In che modo cerco di sfuggire a me stesso? Quali strategie metto in campo per cercare un ‘posto migliore’?

Questi interrogativi ci aiutino a rientrare in noi stessi, a uscire dalla competizione per il primato e dalle ipocrisie, ad essere un piccolo segno per il nostro mondo così dilaniato dalle lotte di potere.

Don Raffaele

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