ARTICOLO SEME DEL VANGELO 16 giugno 2019 

È possibile andare via senza aver detto tutto ciò che c’era da dire? Senza aver fatto tutte le raccomandazioni, aver spiegato le cose importanti o aver messo in guardia da ogni possibile pericolo? Quando noi vogliamo bene a qualcuno e abbiamo a cuore la sua vita, il nostro istinto è proteggerlo in ogni modo, evitando che possa farsi male o che soffra; se ciò accadesse, noi per primi non riusciremmo più a vivere, per il rimorso di ciò che potevamo fare e non abbiamo fatto.

Il Vangelo di oggi ci dice che Gesù è capace di vincere questa preoccupazione: capisce che il lavoro non è finito, ma sa bene che i discepoli ora non riuscirebbero a reggere niente di più, che qualunque cosa ulteriore risulterebbe ora non capita, travisata o dimenticata. ‘Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete in grado di portarne il peso’. Ciò che gli dà fiducia è sapere che non dovrà fare tutto lui, che ci sarà qualcuno in grado di guidare i suoi amici ad una comprensione sempre più piena e ad una memoria sempre più viva delle sue parole. Questa persona è lo Spirito, che Gesù definisce appunto ‘lo Spirito della verità’.

Il testo del Vangelo, pur nella sua brevità, fa molto riflettere. Ci chiede, infatti, se noi siamo capaci della stessa fiducia di Gesù quando le persone che amiamo non sono in grado di fare un passo in più, di ‘portare il peso della verità’. Siamo capaci di pazienza e di aspettare tempi di maturazione che non sono in mano nostra, oppure viviamo costantemente nell’ansia, con la presunzione che riempire le orecchie dell’altro con le nostre verità porti il risultato sperato? Lo penso in riferimento all’educazione dei ragazzi, ma anche alla trasmissione della fede: a volte noi cristiani abbiamo veramente poca fiducia nell’azione dello Spirito, perché ci ostiniamo a voler vedere risultati immediati (e che siano secondo i nostri schemi), senza pensare che i protagonisti non siamo noi. Se c’è un protagonista, questi è lo Spirito; noi siamo al limite gli accompagnatori, i custodi della speranza, e il nostro compito è saper capire quando è bene parlare e quando è necessario fermarsi. Perché è vero: la verità ha un peso! Non è tanto il peso dello sforzo intellettuale di imparare concetti difficili; è piuttosto il peso di arrivare al cuore della nostra vita senza accontentarci di mezze verità, riconoscendo che ciò che siamo è fragile, ma al tempo stesso unico e amato dal Signore. Il peso della verità è quello che abbiamo sentito qualche domenica fa, nel bellissimo dialogo con Gesù in cui Pietro è costretto a dire: ‘tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene’. Pietro, uomo di grandi slanci e di verità tutte d’un pezzo brandite come una spada, deve riconoscere il proprio limite ma anche il suo affetto per Gesù. Questo è il momento della salvezza, questo il punto di maturazione che per tanto tempo Gesù ha aspettato, questo il ‘peso della verità’ che non schiaccia ma ridona vita.

Don Raffaele

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