Un Seme di Vangelo Gv 20, 1-9

Il giorno di Pasqua la Chiesa corre. 

Corre Maria di Magdala e corre a dare una notizia ambigua, in parte sbagliata. 

Corre Pietro, assieme all’altro discepolo, “quello che Gesù amava”. 

Corrono insieme “tutti e due”, uno più veloce, il più giovane, uno più lentamente, Pietro. 

Ma comunque insieme.

Corrono: non hanno ancora capito, entrano, guardano, osservano… il più giovane inizia a credere. 

Corrono, ma non hanno ancora compreso. 

Il Vangelo non è un libro “innocente”, non è un libro ingenuo. 

Ci racconta di una chiesa che corre, non di una chiesa che crede. 

Di una chiesa in movimento, che cerca, che guarda, osserva, si interroga e che giunge alla fede piano piano. Ecco come viene de-costruita la nostra tranquilla immagine di noi stessi. 

Noi ci diciamo “i credenti”, con bella tranquillità, con pacata sicurezza. 

Poi quando viene la sfida dura della vita, la malattia, la morte, la sconfitta, la guerra, la persecuzione… chissà se saremo ancora i credenti! Si fa presto a dire…

Noi dovremmo accontentarci di dirci “i correnti”, quelli che corrono: allora saremmo finalmente come Maria di Magdala, come Pietro, come il discepolo che Gesù amava. 

Finalmente potremmo essere la chiesa che corre. 

Una chiesa che non corre è la chiesa che si preoccupa di “assolvere il precetto domenicale”. 

Noi siamo spesso una chiesa statica, ferma, sicura delle sue tradizioni. Di sepolcri vuoti da visitare non ne vogliamo proprio sapere, di uscire dai nostri recinti non abbiamo voglia, di correre per cercare e capire… noi abbiamo già cercato, noi abbiamo già capito. 

Siamo molto spesso una chiesa paralizzata. 

Una chiesa che corre è una chiesa che smette di supporre come stiano le cose ed inizia a farsi domande: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove lo hanno posto”. La domanda di Maria di Magdala è una domanda concreta: la fede parte da domande concrete, non da pensierini spirituali…

Una chiesa che corre è una chiesa che smette di pensare di conoscere già le risposte: è una chiesa che si scomoda, che si alza, si mette in marcia, entra, guarda, osserva, dubita. Una chiesa che corre è concreta perché cerca e vuole risposte credibili, non dà per scontato quanto imparato da bambini. 

Una chiesa che corre è anche una chiesa in cui si “corre insieme”, “tutti e due”: anziani e giovani, italiani e extranonsochecosa, buoni e cattivi. 

don Ivo

Categories: Un seme di Vangelo