Quando impareremo che seguire Gesù non è “fare delle cose”?*

Quando guariremo dalla malattia di Marta che si affanna per molte cose e non capisce la sorella che invece ha cura della relazione con Gesù? (Lc 10, 38-42).

Quando smetteremo di comprendere la fede come osservanza, apprendimento (catechismo), impegno, accumulo di opere di giustizia?

Questo tale che vuole avere la vita piena, la vita eterna, non riesce ad uscire da questa logica. 

Davanti allo sguardo di Gesù non è capace di accogliere la relazione che lui propone con la parola coraggiosa che gli rivolge: “Seguimi!”.

La vera sapienza, infatti, è seguire Gesù e seguire il metodo di vita di Gesù.

Gesù guarda in faccia, non corre. Entra in relazione, non si preoccupa di sbrigare gli affari, di fare tante e tante cose… 

La fede non è un impegno, ma una relazione.

Non è una ideologia da imparare a catechismo, né un obbligo rituale da osservare, né un impegno morale: la fede è una relazione da onorare, un cammino insieme.

La fede perciò è tutt’altro che certezza, perché seguire qualcuno significa entrare nell’incertezza.

Dove mi porterà? Che cosa si attenderà da me? Chi sei tu, Signore, che mi inviti a questo?

Solo se sappiamo stare in queste domande, se accettiamo la relazione… solo se non sfuggiamo al suo sguardo, lo possiamo seguire e allora troviamo la vita piena che le “tante cose” non possono dare. 

don Ivo

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