Seme di Vangelo (Mc 8, 27-35)

L’inizio di ogni avventura è fatto di sogni, speranze e attese di un futuro che si intravvede possibile; anche per i discepoli sarà stato così dopo aver incontrato Gesù. Il cammino al suo seguito però è molto diverso da quanto potevano immaginare: non sono a Gerusalemme ma a Cesarèa di Filippo (il punto più lontano da Gerusalemme); non hanno avuto riconoscimenti/onori, anzi sono criticati e osteggiati dalle autorità religiose; non sono incamminati verso il successo, anzi sentono parlare di sofferenza e di morte. Anche nella vita capita così: il cammino ci rivela una realtà molto diversa dalle nostre aspettative o dall’ideale sognato. Possiamo immaginare e comprendere la reazione dei discepoli: la delusione, il malcontento, o addirittura rabbia per il cammino che va’ in tutt’altra direzione rispetto a quella desiderata.

Gesù, da persona attenta, se ne accorge e apre la vera questione: “perché camminiamo insieme? Chi sono io per voi?” I discepoli sono davanti a un bivio: o Gesù è un impostore (e fanno bene ad essere delusi), oppure è veramente il messia (e allora devono cambiare le loro attese). Gesù non può essere seguito a metà, come fa Pietro, che vuol continuare a credere in Gesù come messia ma continuando a pensare come prima; è proprio il modo vecchio di pensare che fa’ nascere le delusioni, il malcontento, e non fa capire una misura più grande di amore. Gesù scuote i suoi discepoli: “non continuare a seguire la tua idea di me, segui me!”

Quale Dio mi ha affascinato all’inizio del mio cammino? Quale Dio invece ho scoperto? E oggi, chi è per me Gesù?

don Marco

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