Gv 6, 60-69

Le parole di Gesù possono sembrare dure.

Lo dicono apertamente i discepoli di Gesù: “Questo linguaggio è duro! Chi può ascoltarlo?”.

Come loro, anche noi non ascoltiamo volentieri le parole dure.

Preferiamo smentirle, evitarle, dimenticarle, addi-rittura prendercela con chi ce le dice, quasi che fosse colpevole di cattiveria perché ci ha detto una parola che ammonisce, richiama, esorta.

Ma dovremmo chiederci: sono le parole di Gesù ad essere dure o è il nostro cuore ad essere indurito?

Gesù infatti risponde ai discepoli: “questo vi scan-dalizza?”.

Sa bene, Gesù, che il problema non sono le sue pa-role, ma il cuore indurito che non vuole sentire, non vuole far spazio ad una parola scomoda.

Ma sa anche bene, Gesù, che sono le parole dure, quelle difficili, quelle scomode che invitano a pensare, che aiutano a mettersi in discussione, che spingono alla conversione.

Le parole dolci servono per poco: accarezzano, compiacciono, creano immediatamente un’armonia che poi non regge nel confronto con la realtà e i suoi problemi.

Le parole dure, invece, richiamano, svelano retro-scena che non vorremmo vedere, chiamano con il lo-ro nome comportamenti scorretti, indicano una via di conversione. Le parole profetiche, che danno vita, sono spesso le parole dure. È di queste che abbiamo bisogno.

Nella chiesa ne abbiamo bisogno: pensiamo alla Lettera al Popolo di Dio di Papa Francesco sugli abusi nella chiesa… una parola dura, che non vorremmo sentire dal Papa!

Nella società ne abbiamo bisogno: pensiamo alla fra-
gilità del nostro sistema-paese, alle responsabilità che

ci sono dietro al crollo del Ponte Morandi, ennesima
disgrazia di un paese distratto e irresponsabile…
Le parole dure danno vita eterna, come riconosce
Pietro davanti alla domanda di Gesù “volete andarvene
anche voi?”.
Abbiamo bisogno di parole dure, non di parole dolci.
Di parole dolci siamo stanchi, perché promettono e
non mantengono, accarezzano e tradiscono.
Le parole dure sono difficili da ascoltare, ma sono

difficili anche per chi le pronuncia. Chi infatti ha il co-
raggio di una parola dura ne porta la responsabilità,

spesso viene isolato… ma solo chi ha il coraggio di dire
una parola scomoda, ama davvero.

Chiediamo al Signore capi, nella chiesa e nella socie-
tà, pastori e politici, amministratori e insegnanti, adulti

e genitori capaci di parole dure, cioè di parole di vita e
cariche di autorità e di coraggio.

don Ivo

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