Un seme di Vangelo (Mt 5, 38-48)

Se non ce n’era ancora abbastanza nelle quattro antitesi ascoltate domenica scorsa, ecco qui, servite, le ultime due “esagerazioni” di Gesù.

Nel suo percorso per portare i suoi discepoli a trasgredire la legge, non come abolizione ma per dare pieno compimento, Gesù ci conduce ad uno stile di vita che è ben al di là della legge.

Che cosa fare davanti al malvagio? Come comportarsi nei confronti del nemico?

Nella stretta osservanza della legge quello che conta è dare un confine alla vendetta (“occhio per occhio”, non di più di questo) e amare, quindi perdonare, i propri fratelli,… ma non gli stranieri, quelli che non appartengono al proprio gruppo etnico-religioso (i “nemici” qui intesi sono appunto gli stranieri e i pagani).

La stretta osservanza della legge, quindi, esige che si eviti un male superiore a quello ricevuto e che ci si impegni ad amare e perdonare i propri fratelli, quelli della propria cerchia o comunità.

Gesù desidera dai suoi una “giustizia superiore” a quella proposta da scribi e farisei, una giustizia che superi i confini del “tanto-quanto” e i confini delle separazioni religiose ed etniche.

E non si tratta di un messaggio antiquato: anche noi oggi abbiamo i medesimi criteri degli scribi e dei farisei… non è vero, infatti, che riteniamo giusto che la punizione per il male commesso meriti una punizione adeguata e che i fratelli da amare siano anzitutto o quasi esclusivamente i “vicini”, mentre lo straniero, il migrante, il profugo non merita lo stesso trattamento?

“Ma se amate quelli che vi amano… se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?”.

Ecco il punto: il Vangelo non è l’ordinario, la convenzionalità, il galateo, le buone maniere, l’educazione civica. Il Vangelo è “fare lo straordinario”: è fare quello che non ti viene richiesto dalla legge.

Gesù, in queste ultime due antitesi, “gioca il carico da 11”.

Chi vuol essere suo discepolo deciderà di vivere tutta la legge, di osservarla pienamente, in ogni suo aspetto. Ma non si accontenterà di questo: chi vuole essere discepolo di Gesù vuole andare al di là di quanto significano i comandamenti presi alla lettera. Questo è il senso di “avete inteso che fu detto… ma io vi dico”.

Io vi dico, insiste Gesù, che c’è un di più, un amore che esagera, un eccesso di coraggio e di creatività, un confine non stabilito, che invita ciascuno di noi a vivere con un cuore sempre più ampio ed esprimendo una capacità di umanità che rompe ogni confine etnico, religioso, culturale.

don Ivo

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