Martedì ci siamo trovati con i membri del CPP di S. Lazzaro per pensare all’impostazione dei prossimi anni. Il desiderio era quello di poter pensare ad una programmazione globale, spalmata sul tempo di vita del Consiglio (4 anni). Dal momento che le aree essenziali della vita di una comunità cristiana sono 3 – catechesi, liturgia, carità -, abbiamo scelto di affrontare una per una tali aree.

I primi due anni saranno dunque dedicati al mondo giovanile, che significa percorso di iniziazione cristiana e percorso scout. Questi due ambiti sono diversi ma allo stesso tempo molto collegati, sia perché a volte si devono fare incastri pazzeschi di calendario, sia perché insistono in gran parte (anche se non del tutto) sulle medesime famiglie. La scelta di affrontare per primo questo tema è quasi obbligata, dal momento che il prossimo anno la diocesi rifletterà proprio sull’iniziazione cristiana. Il terzo anno sarà dedicato all’ambito di ascolto della Parola (gruppi del Vangelo, gruppi sposi …) e alla Liturgia. Il quarto anno sarà dedicato al tema della carità, che non si esaurisce nel servizio della Caritas, ma risponde alla domanda più generale su come la nostra comunità possa vivere l’attenzione agli ultimi.

L’intento è analizzare i vari ambiti della nostra comunità per poterci interrogare sul senso delle nostre pratiche e sulla direzione in cui stiamo camminando. L’ordine non è rigido, dal momento che l’ascolto della Parola e la Liturgia innervano, come le radici dell’albero, gli altri aspetti; è necessario però affrontare i temi uno per uno, mantenendo uno schema di massima, per evitare di disperdere il tempo e le forze.

A livello metodologico, l’idea è di partire dai vissuti, cercando anzitutto di ascoltare ciò che già c’è, nei suoi punti di forza e nei suoi limiti. Nel concreto, è possibile che vengano invitate volta per volta persone diverse al Consiglio Pastorale per una testimonianza, o che si propongano alcuni ‘Consigli aperti’, in cui gruppi diversi possano intervenire. Poiché l’obiettivo è comprendere in che direzione camminare, abbiamo pensato anche ad alcune domande a partire dalle quali interrogare gli ambiti di impegno della nostra comunità. Sono domande ‘flessibili’, nel senso che andranno adattate volta per volta, ma hanno il pregio di mettere in luce gli aspetti fondamentali su cui interrogarsi.

  • Che cosa è veramente essenzialein ciò che facciamo? Che cosa può esser modificato?
  • Quali sono i limitidi cui dobbiamo essere consapevoli?
  • Cosa significa in questo caso curare l’interiorità?
  • Quale stiledeve avere la comunità, per un annuncio che non sia fatto solo di parole?
  • Cosa significa accoglieresenza imprigionare?
  • Che importanza ha per noi l’ascoltodelle storie?
  • Cosa dice a noi lo Spirito in questa determinata situazione? Quale conversioneci chiede?

Questo lavoro di analisi e riformulazione del nostro vissuto comunitario non potrà occupare interamente lo spazio delle nostre riunioni. Già dopo il primo incontro ci siamo resi contro che è necessario anche il tempo per affrontare temi di carattere più pratico, altrettanto importanti per la vita della comunità. Pensiamo dunque di dedicare alcune riunioni alla formazione per concentrare in altre gli aspetti più tecnici; la cadenza pressoché mensile degli incontri permetterà di mantenere un tempo di riflessione senza che ciò diventi un ostacolo alla discussione di aspetti tecnici, affrontati magari insieme al Consiglio degli Affari Economici.

Carlo

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