Care amiche, cari amici,

 l’attività del Circolo dell’Amicizia San Pio X è sospesa fino al 5 aprile 2020, nel rispetto del nuovo dpcm, firmato dal presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte. Il dpcm contiene misure riguardanti l’intero territorio nazionale, volte a contenere e gestire l’emergenza epidemiologica da Covid-19, considerato l’aumento dei casi di infezione nel nostro Paese. I provvedimenti contenuti nel decreto sono validi fino al prossimo 3 aprile (salve diverse previsioni contenute nelle singole misure).

Con speranza

L’individualismo

L’epidemia di coronavirus può essere fermata grazie al nostro comportamento.

Un passo indietro per il bene della collettività

Di Daniele Banfi giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi

 

L’attuale emergenza coronavirus che ha colpito il nostro Paese pone davanti a noi la grande sfida dell’abbandono del nostro individualismo. In questi giorni hanno dominato due scuole di pensiero: quella che vedeva nel coronavirus l’agente che avrebbe decimato l’Italia e quella che ha sempre minimizzato al grido di “è una semplice influenza”. In questo i media, con quel tipo di giornalismo “breaking news” dove orientarsi risulta sempre più difficile, non hanno affatto aiutato.


La situazione ora appare sempre più chiara. Almeno il 20% delle persone contagiate richiede un ricovero in ospedale e l’8% (alle 18 del 1° marzo 2020) occupa un posto in terapia intensiva. Rallentare la diffusione del virus è più che mai cruciale per evitare il collasso dei nostri ospedali. Troppe infezioni in un lasso di tempo limitato porterebbero ad una situazione ingestibile.

Mentre in queste ore l’attenzione è catalizzata dal coronavirus, negli ospedali c’è chi sta nascendo, chi sta subendo un’operazione d’urgenza per infarto o ictus, chi dopo anni potrebbe tornare a nuova vita grazie ad un trapianto e chi, per effetto della chemioterapia, è rimasto senza difese immunitarie. Persone fragili che lo diventano ancora di più se un sistema sanitario è impegnato a far fronte agli effetti di un’epidemia come quella attuale.


Per fermare il virus ed evitare che accada tutto ciò occorre il contributo di tutti. Di fronte a questa emergenza  siamo chiamati ad abbandonare il nostro individualismo, quello che porta stupidamente a scappare da una zona rossa o a credere che in fondo non siamo certo noi a propagare l’infezione se tanto non ci siamo lavati le mani. Quell’individualismo che superficialmente crediamo innocuo ma che in realtà danneggia i più deboli e, alla lunga, potrebbe danneggiare noi stessi.


In queste settimane siamo chiamati tutti a qualche rinuncia, che può essere dolorosa e in molti casi difficile da accettare -anche economicamente-, nell’interesse della collettività. La conoscenza è il mezzo migliore che abbiamo per affrontare la situazione attuale. Lo stare in casa quando non si sta bene, evitare i luoghi affollati, l’igiene delle mani e le politiche di smart-working sono tutte piccole azioni che possono concorrere ad evitare conseguenze ben più gravi degli attuali disagi. Quello di cui abbiamo bisogno oggi è innanzitutto un vaccino contro l’individualismo.