Si è svolto quest’anno, dal 22 luglio al 2 agosto, in West Virginia (USA) il 24° World Scout Jamboree.

Il jamboree,nel gergo scout, è un raduno di scout che può essere mondiale, europeo, nazionale, regionale o locale, ed è generalmente rivolto a ragazzi e ragazze tra i 14 ed i 17 anni. Comunemente però con il termine Jamboree si indica il raduno mondiale dello scautismo, un evento organizzato ogni quattro anni dall’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout e ospitato sempre da una nazione diversa. Il primo si svolse nel 1920, ad Olympia, in Inghilterra, e fu convocato dallo stesso Baden Powell.

L’origine del nome è ufficialmente ignota, agli scout piace pensare che Baden Powell l’abbia scelto perché nella lingua inglese suona come l’unione di jamboy, cioè “marmellata di ragazzi”, un nome che rende molto bene l’idea del fondatore, il quale voleva che un giorno tutti gli scout del mondo si incontrassero in un luogo per fare un campo insieme e quindi una “marmellata” di colori e usanze.

Io ho avuto la fortuna di essere stato selezionato dai capi del nostro reparto per andare a rappresentare il gruppo Modena 5 al Jamboree. Insieme ad altri ragazzi di Modena e Bologna sono entrato nel Reparto Pontegobbo e con loro ho partecipato a questo fantastico evento. 

Condivido con voi alcune note che ho scritto sul diario che tenevo per non dimenticare le incredibili esperienze che ho vissuto.

WEST VIRGINIA, USA

29 luglio 2019

Fino ad ora questo Jamboree ha riscosso tra i suoi partecipanti molto successo sotto molti aspetti, ad esempio il gran numero di attività disponibili che nei posti dai quali proveniamo risultano difficili da praticare, come tiro al piattello, kayak, Zip Line e BMX. Inoltre la libertà di cui godiamo: possiamo scegliere le attività da praticare, gli orari da rispettare e i posti in cui andare, ci fa sentire più a nostro agio e rende il Jamboree un’esperienza anche rilassante.

Uno dei lati più belli è soprattutto il fatto di avere come vicini di tenda persone di culture completamente differenti dalla nostra, stiamo scoprendo quanto può essere diversa la quotidianità per gente che vive dall’altra parte del globo, osservando i diversi orari che seguono, i cibi che mangiano e i modi in cui si vestono.

Quando si partecipa ad un evento come questo, nasce spontaneamente il bisogno e il desiderio di andare a conoscere gente nuova e differente da quella che frequentiamo nelle città da dove veniamo, dove spesso tendiamo ad evitare l’interazione con gli sconosciuti.

Tutti si muovono per scambiare oggetti portati con sé allo scopo di tornare a casa con più gadget possibili di altri paesi per ricordarsi maggiormente di questa fantastica esperienza e per mostrarli ad amici e parenti.

Dopotutto, noi dobbiamo condividere ciò che accade qui e non tenercelo per noi.

Vittorio Silenzi

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