“Speciale”. 

Perché speciale? Che cosa può avere di “speciale” la celebrazione dell’eucarestia alla domenica?

Perché non “ordinaria”, come si deve fare ogni domenica?

E’ stata l’idea di un piccolo gruppetto di persone con un intento preciso: invitare tutta la comunità a vivere con un’attenzione maggiore e con un più profondo coinvolgimento il gesto dell’eucarestia che ogni domenica ci raccoglie intorno al Signore. 

Quello che di “speciale” abbiamo voluto fare è stato semplicemente di dare evidenza ad alcuni momenti del rito: l’atto penitenziale e lo scambio di pace, idealmente uniti da uno stesso intento , quello di chiedere perdono e riconciliarsi con qualcuno di concreto;, l’ascolto della parola di Dio, con un’omelia a più voci e un momento di interiorizzazione aiutati da un foglietto e una matita; l’accoglienza della nostra vocazione ad essere corpo di Cristo nel mondo, con l’uscita subito dopo la comunione e la preghiera di invio sul sagrato della chiesa. 

Tre momenti posti in evidenza per far uscire il rito dal pericolo della ripetitività che può generare noia e disaffezione. 

E – anche se forse qualcuno si è sentito un po’ spiazzato o non è riuscito a cogliere in pieno il senso di ogni gesto (magari per questa occasione erano perfino troppi!) – quello che ha fatto impressione è stato proprio il fatto che l’assemblea si sia fatta coinvolgere, che la chiesa quasi “rimbombasse” per la forza delle risposte che hanno reso tutti più presenti, più intensamente protagonisti.

Grazie a chi ha provato a proporre questa piccola esperienza: a Chiara, Laura, Marco in modo particolare e ad ogni altro che ha dato il suo contributo. Una piccola provocazione e un’iniziativa che ci vuole aiutare a rendere “speciale” ogni nostra eucarestia domenicale, perché sia sempre un momento intenso e vivo, dove nessuno è spettatore, dove ciascuno si sente accolto, chiamato ad esserci con tutto se stesso. 

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