Seme del Vangelo –

Il Vangelo di questa domenica continua la riflessione sulla falsa ricchezza e su ciò che conta nella vita. Gesù racconta di un un uomo ricco che gode dei suoi beni e sfrutta le sua ampie possibilità; alla sua porta c’è un povero, desideroso di sfamarsi delle briciole di quella tavola festante, ma nulla gli arriva. Alla morte di entrambi la sorte viene ribaltata: il ricco è bisognoso, mentre il povero è consolato; ciò che colpisce è che davanti alla richiesta del ricco Abramo si trovi impossibilitato nell’aiutarlo (“tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di lì possono giungere a noi”). Questo abisso posto fra le due persone è una costante, sia in vita che dopo la morte. Il ricco ha voluto non vedere e non sentire la richiesta del povero, ha lasciato lui e le sue richieste fuori dalla porta, fuori dalla sua vita e dal suo benessere; l’appello di giustizia è stato spento con l’indifferenza. Dopo la morte questo abisso diviene evidente; potremmo dire che è il ricco che scava giorno dopo giorno questa indifferenza, egli stesso si prepara il suo destino – non in quanto ricco, ma in quanto indifferente all’altro.

Questa pagina di Vangelo è un monito molto forte anche per noi, che spesso siamo nella posizione del ricco (non solo di beni). Un avvertimento per noi europei quando vogliamo chiudere le porte ai poveri che vengono a chiedere le nostre briciole di ricchezza; un avvertimento per noi quando non vogliamo vedere degli scorci di vita e di realtà; un avvertimento per noi quando, nelle nostre relazioni, cerchiamo il benessere lasciando fuori dal nostro cuore l’altro che bussa.

Che il Signore converta lo sguardo di ciascuno a scoprire nell’altro un altro me, nei poveri che incontro la mia povertà.

Don Marco

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