Seme di Vangelo

Giuda esce durante l’ultima cena e Gesù inizia a dire che proprio ora verrà glorificato; Gesù sa bene cosa sta per compiere Giuda, non è ingenuo. Il testo che leggeremo questa domenica è incorniciato da due tradimenti: quello appena compiuto da Giuda e quello annunciato di Pietro. Come può il tradimento, che porterà alla morte e all’addio fra Gesù e i discepoli, mostrare la Gloria di Dio? In questi eventi noi possiamo fare attenzione alle drammatiche conseguenze della fragilità e dell’incredulità dell’uomo: Giuda tradisce il suo amico e così lo consegna alla morte, una perdita irrecuperabile. Oppure possiamo vedere quale sia la risposta di Dio alla nostra fragilità: una fedeltà indiscussa – una caratteristica propria di Dio. Non è il tradimento in sé a dare Gloria a Dio, ma la fedeltà di Dio come risposta al nostro tradimento: Gesù è glorificato perché ama fino all’estremo colui che ha deciso di consegnarlo. Questo amore sempre fedele è ciò che dà consistenza, concretezza e visibilità (la gloria) alla rivelazione di Gesù. Un Dio che non è fedele nonostante il peccato dell’uomo, ma proprio perché l’uomo è fragile e può sbagliare: è questa nostra condizione precaria e vacillante che attiva l’amore e la fedeltà di Dio. “Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per gli amici” (Gv 15, 13) significa in questo caso mantenere anche nei confronti di Giuda (di Pietro e degli altri) l’immagine interiore di ‘amico’, di persona amata, nonostante il tradimento. E’ una bella sfida anche per noi cristiani: essere fedeli a questo amore vuol dire custodire un affetto e una benevolenza per l’altro anche quando egli delude le mie aspettative, commette per l’ennesima volta sempre quello sbaglio, cade nella sua solita tentazione; lo commette per la sua fragilità e ha bisogno di un bene a cui aggrapparsi. Il comandamento dell’amore reciproco è questo mandato, gli uni per gli altri: siate fedeli, sostenete le fragilità e le cadute che a turno avvengono, continuate a vivere un amore più forte di ogni tradimento e di ogni morte. Quale affetto oggi sono chiamato a custodire e rinnovare? Chi è fedele a questo amore per me?

don Marco

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