Un seme di Vangelo (Gv 10, 27-30)

La verità di Gesù è luminosa. 

Ma non lo è per tutti: lo è solo per chi è disponibile ad ascoltare la sua voce, a lasciarsi conoscere, a seguirlo. Pensiamo un momento a questi tre verbi. 

E’ disponibile ad ascoltarechi sa mettere da parte il proprio punto di vista ed aprirsi ad un contributo nuovo, al pensiero dell’altro. Ascoltare significa sempre fare spazio, in qualche modo rinunciare a sé per ospitare qualcosa di diverso da sé.

E’ disponibile a lasciarsi conoscerechi apre la porta della propria identità, chi non tiene nascoste le cose, chi con trasparenza accetta di essere sotto lo sguardo dell’altro e non cerca di indossare maschere, di coprire con il velo della menzogna la verità di sé. 

E’ disponibile a seguire chi si fida, chi ha la libertà interiore da sé, dalle proprie tradizioni, abitudini, convinzioni, ideologie, per lasciarsi condurre, per percorrere grazie all’altro vie sconosciute, vie impreviste dal proprio progetto e dalle proprie decisioni autonome. 

Veramente i Giudei sono capaci di questo? Veramente noi siamo capaci di questo?

No, dice Gesù. Non sono “sue pecore”. Non sono suoi. Non gli appartengono. Non vogliono appartenere a lui, essere “sue pecore” (v. 26) perché hanno già una loro appartenenza.

Ecco il dono della fede e dell’essere di Gesù: avere la disponibilità a cambiare appartenenza, cioè a conoscerlo e a seguirlo realmente. Io accetto di “cambiare appartenenza” per pensare, sentire, agire come Gesù pensa, sente e agisce?

don Ivo

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