Il seme del Vangelo.

Il Vangelo talvolta è consolatorio, altre volte è scomodo e non vorremmo ascoltarlo. Questa domenica il Vangelo ci pone l’invito ad amare i nostri nemici, ad essere misericordiosi come il Padre: una via che sembra fuori dall’esperienza umana, impossibile da mettere in atto. E in parte è vero: è proprio fuori dall’esperienza umana, anzi è in direzione opposta a quanto normalmente si vive. Come si può amare un nemico, far del bene a chi ci odia, benedire coloro che ci maledicono, pregare per chi ci tratta male?

Il rapporto con il nemico, con chi mi è avverso o mi avversa, fa emergere l’inimicizia che c’è in me; nei salmi imprecatori anche il giusto, pregando il Signore contro i suoi nemici, scopre che in lui c’è anche altro: oltre alla giustizia e all’innocenza, in lui c’è anche la recriminazione e la violenza. Accade allora che l’altro ci fa da specchio e ci si scopre come nemico: anche in me vi è l’odio, il pensare-parlare-agire male.

E quando si prende contatto con la propria cattiveria, ci si può presentare davanti a Dio, Lui che è misericordioso, che non condanna, perdona e continua a dare a chi chiede.

Il primo invito del Vangelo è nel far esperienza di questo amore, di essere accolti e amati nella propria cattiveria e inimicizia, perché questo è l’atteggiamento di Dio nei nostri confronti. È difficile scoprirsi ed esporsi così, affidandosi all’amore di Dio e dei fratelli, ma è altrettanto meraviglioso ritrovarsi con una nuova identità: anche cattivi, ma amati e perdonati. Allora questi atteggiamenti possono diventare azioni possibili da praticare; saranno comunque gesti impegnativi, ma per essere fedeli a quell’amore provato.

don Marco

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