Un seme di Vangelo (Lc 1, 1-4; 4, 14-21)

E’ un testo del 1979, ma per tanti di noi è difficile non ricordare la canzone di Lucio Dalla intitolata L’anno che verrà.

Forse per tanti il titolo vero sono le prime parole: “Caro amico ti scrivo…”.

Allo stesso modo Luca, autore del terzo Vangelo, scrive ad un amico, Teofilo… un amico vero o un amico immaginario, identificato attraverso un artificio letterario così frequente?

Oppure dietro a Teofilo c’è ciascuno di noi: perché ognuno diventa “amico” una volta che gli si dica una parola vera, profonda, che segna per sempre la vita. 

Caro amico Teofilo – sembra dire Luca – ti scrivo non per distrarmi un po’, ma per farti sapere che la parola che hai ricevuto è affidabile. Io ho fatto “ricerche accurate su ogni circostanza”. Ho steso per te un “resoconto ordinato”, questo Vangelo, perché tu sappia che la parola che hai ricevuto è “solida”, su di essa puoi costruire la tua vita. 

Ti scrivo un racconto, parole fissate sulla carta, perché tu sappia che le parole udite, scambiate nei nostri incontri, sono parole di vita, parole che cambiano la vita. 

Le parole che cambiano la vita, infatti, sono quelle che avvengono negli incontri, nelle relazioni significative. Perché le parole non sono parole: sono fatti, sono promesse, sono sentimenti, alleanze, impegni. Su di esse noi costruiamo la nostra vita. 

E non c’è dolore grande come il dolore delle parole tradite, delle parole smentite; quel dolore che nasce dall’infrangersi del patto delle parole, dalla fragilità delle promesse: “Ma come, non ci eravamo detti che… non avevi promesso che…?”. 

Dio rivolge all’uomo le sue parole, perché incontra l’uomo, perché lo tratta da amico, perché vuole stare con l’uomo, passeggiare con lui nel giardino (cfr Gen 1); cercarlo quando si è perduto (cfr Lc 19, 1-11); perdonarlo quando ha sbagliato (cfr Lv 23, 39-43); promettergli una vita più piena (Gv 10,10). E tanto altro! 

Dio parla all’uomo, lo ha fatto ieri e lo fa sempre, anche nelle nostre vite… e per farci riconoscere tra mille parole le sue Parole qualcuno ha scritto, ha fatto diventare la sua Parola una lettera per noi, la Bibbia. 

E quando la parola di Gesù – nell’annuncio che riceviamo e non solo nella lettura della Bibbia – ci raggiunge capita qualcosa di grosso: “Gli occhi di tutti erano fissi su di lui” (Lc 4, 20): si sente un brivido, un compimento. E’ la relazione che cambia la vita, dentro parole che sono affidabili.

La Bibbia ce lo ricorda di continuo, mentre Dio stesso continua a rivolgerci la sua Parola.

don Ivo

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