Domenica 25 febbraio nella Chiesa di S.Lazzaro dalle 16 alle 18 si è tenuto il ritiro quaresimale sulla preghiera.

Sulle tre parti: la preghiera di Elia, la preghiera dei discepoli, la preghiera di Gesù, su cui è stata focalizzata la meditazione, sono stati proposti canti, letture della Sacra Scrittura e di approfondimento e, al termine di ciascuna, le immancabili domande sulla propria risposta personale, alle quali ci sta abituando don Raffaele, per coinvolgerci in un ascolto attivo.

Dopo il canto iniziale, il ritiro si è aperto con una toccante, umanissima preghiera di Tommaso Moro, da leggere e rileggere e confrontare (nel momento di silenzio personale) con la propria. “…. Cosa desidero vivere oggi nella mia preghiera?…”

Poi la lettura (I Re 19, 1-18) sulla delusione e lo sconforto di Elia, che tuttavia continua ad aspettare la risposta del Signore, che finalmente arriva nel “mormorio di un vento leggero”. L’esperienza di Elia ci invita a ripercorrere (in un altro spazio di silenzio) la storia della nostra fede, di eventuali crisi, di scoraggiamento nel non ritrovare più il Dio che conoscevamo….

E poi ecco Gesù che insegna ai discepoli il Padre Nostro, che il diacono Carlo spiega in tutti i suoi significati con una riflessione molto bella e incoraggiante. E ricorda la parabola in cui un uomo a mezzanotte va a chiedere dei pani e l’altro, infastidito, glieli nega ma poi, vinto dalla insistenza del richiedente, si alza e glieli dà. E l’esempio del padre che dà al figlio quello che gli viene chiesto: “se dunque voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste….”

(tutto questo e molto altro nel foglietto che abbiamo seguito nel pomeriggio )

Chiediamoci se la nostra preghiera è un incontro, se nel tempo e nel silenzio a Lui dedicati, possiamo dire come Pietro sul monte della Trasfigurazione: “com’è bello, Signore, stare qui!”, se Lo sappiamo ascoltare, se stiamo lì…

Perché alla fine l’invito è quello rivolto ai discepoli della prima comunità: Pregate, pregate sempre, senza stancarvi.

Annalisa

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