ARTICOLO SEME DEL VANGELO 25 febbraio 2018 (Mc 9, 2-10)
Oggi viviamo in una società che ci ha abituato agli effetti speciali, ai colpi di scena e alle cose dal sapore un po’ ‘americano’. Nonostante ciò, l’episodio della trasfigurazione rimane sicuramente uno dei brani più affascinanti e misteriosi del Vangelo, perché è il racconto di testimoni che fanno un’esperienza unica e difficile da spiegare. Pietro, Giacomo e Giovanni diranno semplicemente che Gesù ‘fu cambiato d’aspetto’, che le sue vesti divennero bianchissime, che in quel momento si stava tanto bene da non voler più scendere dal monte e contemporaneamente si provava una paura folle. Cos’è stato questo episodio? E perché Gesù ha voluto con sé questi discepoli?
Io credo che una risposta semplice sia questa: è stato un momento di preghiera di Gesù, che lui ha voluto condividere con alcuni amici per rinforzarne la fiducia e aiutarli nei passi difficili da compiere. Il Vangelo ci dice più volte che Gesù si ritirava in solitudine, ma raramente ‘buca’ la sua intimità per mostrarcela; mi piace pensare che quando Gesù pregava succedesse proprio questo. In fondo, il racconto dice che Gesù ‘fu cambiato d’aspetto’, divenne radioso, si trovò non più solo ma in compagnia di Mosè ed Elia, rappresentanti di tutta la Scrittura … e credo che anche noi (in misura minore!) facciamo esperienze simili, quando l’incontro con alcune persone particolarmente importanti ci fa divenire radiosi, ci accende il volto, distende i nostri lineamenti; quando le persone ci parlano e noi riusciamo a vincere il muro della diffidenza; quando sentiamo di poterci ‘riposare’ sulla presenza dell’altro. Anche noi viviamo momenti in cui il nostro volto viene trasfigurato!
Una conferma di ciò è la voce finale del Padre, la sua Parola definitiva: ‘Questi è il mio Figlio amato, ascoltate lui!’. Gesù sperimenta di esser amato dal Padre, gode della sua parola, la sente una presenza viva (Mosè ed Elia) con cui confrontarsi continuamente, anche nelle sfide più difficili … è questa la preghiera di Gesù. E come l’ascolto del Padre trasfigura il volto di Gesù, così i discepoli sono chiamati a lasciarsi cambiare dall’ascolto della sua parola. ‘Ascoltate lui’, cioè ascoltate la sua umanità, le sue scelte coraggiose, la sua fatica e la sua speranza di uomo. Questo è il cammino del discepolo, che conduce al dono della vita e alla risurrezione.
Mi chiedo allora: a chi do ascolto? Chi sono le persone che mi permettono di ‘trasfigurare’ il mio volto? La preghiera è per me questo luogo di formazione dell’identità, di discussione e di obbedienza fiduciosa, oppure è qualcos’altro?

Don Raffaele

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