Un seme di Vangelo (Mc 1, 12-15)

Il vangelo della prima domenica di quaresima ci ricorda come si costruisce un’alleanza, che non nasce da un contratto o da uno scambio, ma piuttosto da una proposta, da uno sbilanciamento verso l’altro. Certamente in ogni alleanza c’è il desiderio di essere corrisposti, di essere riconosciuti e amati, ma nella consapevolezza che questo può avvenire solo nella gratuità e nella libertà.

Questo comporta una componente di rischio, di amare per primi accettare, cioè, di non essere corrisposti o addirittura di essere traditi; talvolta semplicemente non si viene compresi, come quando si compie un gesto per un altro che non è capace di coglierne la portata e il significato.

Alleanza in questo caso significa “sbilanciamento in avanti”, verso l’altro, piuttosto che verso noi stessi, è la promessa di rimanere fedeli all’altro anche se questi non sarà sempre all’altezza dei miei desideri o non sarà capace di rispondere come desidero.

Gesù ha proposto agli uomini l’alleanza e lo ha fatto con coraggio, in tempi difficili. Lo ha fatto gratuitamente, senza aspettarsi per forza la risposta. Lo ha fatto giocando in anticipo, proponendo alla libertà di ciascuno di credere/non credere.

Il Vangelo è per chi azzarda, per chi accetta il rischio di “credere al buio”.

L’annuncio del Regno di Dio allora non è qualcosa di illusorio: è l’annuncio di una gioia possibile, di un dono sperimentabile non fuori dalla vita, ma dentro la vita concreta che conduciamo. E’ il dono di una presenza viva, unificante, consolante, di un amore che dà forza, speranza, vita nuova dentro la tribolazione. La fede è quindi un’integrazione tra la lotta interiore e la gioia spirituale.

Scrive san Paolo ai Corinti (2 Cor 1, 3-5)3 Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, 4 il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. 5 Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione”.

Noi vogliamo solo la consolazione dalla fede. E se viene la tribolazione, allora ci chiediamo: “Dov’è Dio?”. Invece san Paolo ci avverte che Dio lo dobbiamo cercare nella tribolazione per avere consolazione e che non esiste una consolazione priva di tribolazione. Siamo ancora in cammino: l’importante è che accanto alle bestie selvatiche ci siano gli angeli.

don Ivo

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