Il nostro ritiro di Avvento “Ecco faccio una parrocchia nuova, non ve ne accorgete?”

Il tre dicembre ci siamo ritrovati per il ritiro di Avvento con una nuova formazione, come direbbe Don Raffaele: San Pio X, San Lazzaro e Regina Pacis insieme per riflettere sulla parrocchia e sulla “novità di Dio” nell’esperienza quotidiana di ciascuno di noi.
E anche il quotidiano di Don Ivo, di Don Raffaele e di Padre Gianluca ci ha accompagnato nelle riflessioni. Le loro difficoltà di quest’anno, i cambiamenti avvenuti che costano fatica, ma aiutano a riflettere su ciò che di nuovo si apre per la propria vita e per la propria comunità parrocchiale.
Don Ivo ha detto di come si è sentito “in inverno”, solo, quando don Raffaele si è trasferito a San Lazzaro, ma anche di come ha accolto con gratitudine il tempo nuovo dell’arrivo in S. Pio di Don Marco, un prete giovane da far crescere, un dono che responsabilizza lui e la comunità.
Don Raffaele ha vissuto un momento faticoso nel passaggio alla parrocchia di San Lazzaro, con responsabilità maggiori e scelte da fare da solo. Ma è anche un tempo di speranza, ricco di stili di relazione diversi, che fanno crescere.
Padre Gianluca sta costruendo una chiesa nuova, una difficoltà progettuale ed economica enorme, ma anche un progetto spirituale, di come fare comunità e non solo di come costruire un edificio.
Le nostre tre parrocchie sono in cammino, alla ricerca di nuovi spazi da aprire che non sono solo spazi fisici, ma anche interiori.
L’Avvento è tempo di nuovo inizio, di attesa carica di speranza. C’è un avvento per le nostre parrocchie e per noi? Possiamo chiederci a quale nuovo inizio ci invita il Signore, così come se lo sono chiesti i nostri presbiteri? Quali spazi dobbiamo aprire in noi e quali curiosità dobbiamo tenere vive per accogliere il nuovo e per far sì che il tempo di Dio parli nei nostri giorni?
Don Raffaele ha parlato di una nuova parrocchia attraverso il testo di Isaia (Is 43, 16-21) che racconta di un popolo che è lontano da casa (Israele) e spera di tornare a casa.

Il brano parla del passato, del presente e del futuro di questo popolo, e questi sono anche i tempi della nostra vita, e contiene due appelli:

1- non ricordare più le cose passate
2- vedere il nuovo che germoglia
Sembra ci sia una contraddizione sulla necessità di pensare al passato e allo stesso tempo di non ricordarlo. Ognuno di noi ha bisogno di ripercorrere la propria storia, per essere consapevole della propria identità, perché quando perdiamo la nostra identità ci accorgiamo che siamo in balia di tutto. Il passato però è solo una via che deve aprirci al futuro: non si può restare ripiegati sul passato, il tempo della nostra promessa è il futuro, è il tempo della resurrezione.

Don Raffaele ci dice che questo brano gli ha fatto venire in mente tre tentazioni, sia personali che comunitarie, e su queste abbiamo fatto un momento di preghiera personale e di silenzio:
1- La tentazione del “Bisogna”. Quella di un presente in cui si naviga a vista, senza progettualità, senza prospettiva, senza identità. Bisogna che qualcosa si faccia, senza che pensiamo a che cosa serve e dove ci porta. Eppure noi sappiamo che non possiamo vivere il presente se non sappiamo porci domande sul nostro passato e sul nostro futuro. Dobbiamo chiederci perché facciamo certe cose? in che direzione vogliamo andare? Perché prendiamo una certa decisione?
2- La tentazione che si può definire con il motto “squadra che vince non si cambia”. Questa è la tentazione di un passato che alla fine invade il futuro. Non c’è bisogno di fare cose nuove perché le vecchie hanno funzionato. Invece a volte la squadra smette di vincere e noi non ce ne accorgiamo. La comunità che non fa cose nuove non ha voglia di futuro.
3- La tentazione del “so già tutto io”. Questa è la tentazione di un futuro arrogante, che non vuole appropriarsi del passato. La tentazione del so tutto io impedisce di ascoltare.

Forse le tre tentazioni di cui ci ha parlato Don Raffaele sono anche alla base del processo di desertificazione della parrocchia.

— fine prima parte —

La seconda parte qui