Un seme di Vangelo (Mc 13. 33-37)
Inizia l’Avvento.
E con esso questi vangeli che invitano alla vigilanza, a vivere un’attesa ardente e operosa.
Spesso li sentiamo come vangeli che ci propongono una via faticosa: essere attenti, vigilanti, sempre pronti ci fa pensare ad una vita cristiana troppo impegnativa, mentre noi abbiamo così tanta voglia di trovare riposo, di vivere la libertà e la gratuità…
E poi questo annuncio: “Vegliate, perché non sapete!”… “Vegliate, dunque, voi non sapete”… che timore questo “non sapere” e che ansia dover attendere ciò che potrebbe capitare “all’improvviso”.
Ma il vangelo non è questo: non vuole suscitare in noi alcuna ansia, non si serve di minacce, non propone un cammino che opprime e toglie la gioia della libertà.
Al contrario il Vangelo è il libro del desiderio: ci educa a vivere il desiderio, anzi è adatto solo per chi sa fare della sua vita un cammino di desiderio e di speranza.
E desidera solo chi ha il desiderio dell’altro, del suo venire o del suo ritorno. Desidera chi ama e amando non si rassegna all’assenza, al vuoto. Noi cristiani siamo gli uomini e le donne del desiderio, perché senza desiderio la vita appassisce e si mortifica, si inchioda sterilmente al puro esistente.
E il desiderio tiene svegli, eccome… una madre non riesce a dormire finché il figlio non sia rientrato, un amante non si dà pace finché non giunge l’amata, un amico non fa festa finché l’amico non è arrivato, un cristiano non si acquieta finché non riceve la visita di Dio…
Desiderare è – come credere e amare – una competenza decisiva di un cristiano. Chi non desidera non spera più nulla. E’ freddo, morto, non appartiene a Gesù, uomo del desiderio per eccellenza, non conosce il Vangelo.
Ecco perché l’Avvento è un tempo così importante, così carico di messaggi, così decisivo per il nostro cammino.

don Ivo