Pensare la parrocchia

Giovedì 5 ottobre a San Pio si è svolto il primo di una serie di momenti organizzati dal nostro vicariato per questo anno pastorale.

“Quale parrocchia per custodire e comunicare la fede?”: questo è l’interrogativo che farà da filo conduttore a questo e ai prossimi incontri; è la domanda da cui hanno cominciato a meditare alcuni membri del nostro Consiglio Pastorale, gli stessi che poi giovedì sera hanno guidato e stimolato la nostra riflessione.

Dopo una breve lettura introduttiva, ci è stato proposto di pensare in modo personale a cosa termine “parrocchia” evochi in noi. Le risposte sono state molto varie: relazioni, accogliente, crescita, novità, famiglia, polvere, casa, Messe… queste sono solo alcune delle parole condivise, ma che danno un’idea piuttosto ampia di come ognuno di noi in modo personale e intimo viva San Pio.

Da questa prima riflessione personale, che ci ha dato modo di poter entrare in argomento, siamo poi passati a confrontarci divisi in diverse isole sulla domanda: “quando la nostra parrocchia è generativa e quando, invece, è sterile e ammalata?”. Questo spunto ha dato vita ad animati dibattiti, da cui sono emersi molti “pregi”, ma anche tante criticità della nostra comunità. Tra i pregi sono stati menzionati: la centralità del Vangelo nelle celebrazioni, l’accoglienza, la presenza di relazioni profonde e sane…; d’altra parte si sono riscontrate criticità come: la passività, la poca corresponsabilità, il rischio di chiusura al mondo esterno e del ritorno al passato…

Dopo aver condiviso queste riflessioni siamo stati invitati a fare un ultimo passo nella nostra riflessione: ossia provare a pensare quale sia il criterio che ognuno di noi utilizza per dare senso al proprio vivere in parrocchia e nella comunità. Su questa domanda, veramente centrale, si è innestato un dibattito nel quale Marinella, don Marco e don Ivo hanno approfondito con tre “robusti” contributi: il primo centrato su che cosa differenzi la parrocchia da qualunque altro ambiente; il secondo che ha posto l’attenzione sul fatto che la chiesa non è mai tutta costituita, ma sempre nascente; il terzo che si è interrogato se, nella nostra parrocchia, si usano le regole del “gioco cristiano” o se nella leadership, nella competizione, nei conflitti, nel perdono siamo uguali al mondo.

Tre grossi spunti che rimandano al prossimo incontro, guidato dal Vescovo Erio il 19 ottobre a san Giovanni evangelista, nel quale ci chiederemo: qual è l’essenziale per la vita di una parrocchia?

Vi aspettiamo!

Samantha Renzulli