Giovedì 10 settembre abbiamo conosciuto meglio Marco, che tra poco diventerà don Marco, ma che è meglio conosciuto come Bob. Marco ci ha proposto un incontro sulla Sindone affrontando il tema in un modo nuovo e del tutto appassionante. L’incontro è stato pensato come un momento di preghiera iniziata con una bella poesia di Jacques Leclercq, ma è stato articolato in modo da lasciare spazio ad un approfondimento di carattere scientifico volto non a dimostrare che “l’uomo della Sindone” è Gesù, ma a farci capire che sono reali i segni tangibili dell’esperienza di passione vissuta da questo uomo, che noi cristiani identifichiamo come Gesù. Marco ha analizzato con noi vari aspetti della Sindone mostrandoci immagini e particolari di essa e riportandoci le voci delle pubblicazioni seguite alle 120 ore consecutive in cui gli scienziati hanno potuto analizzare la Sindone nel 1978. Analizzando cosa si vede sulla Sindone abbiamo ricostruito la passione, la morte e la resurrezione di Gesù. Riflettendo su come sia stato possibile che l’uomo della Sindone abbia lasciato il segno del suo corpo sul lenzuolo, Marco ha parlato di una grande energia emanata da ogni poro del corpo che però è stata in grado di lasciare intatto il delicato tessuto su cui si è riflessa. Questo evidenzia la compresenza di una grande potenza che però è capace allo stesso tempo di grande delicatezza.

Questo incontro, oltre ad averci permesso di conoscere meglio Marco, che domenica 27 settembre verrà ordinato sacerdote, è stato molto interessante perchè ci ha dato l’impressione di farci conoscere meglio e più concretamente Gesù.

 

Carlo e Chicca

 

Verrò verso di te
Credo, sí io credo che un giorno,
il tuo giorno, o mio Dio,
avanzerò verso te coi miei passi titubanti,
con tutte le mie lacrime nel palmo della mano,
e questo cuore meraviglioso che tu ci hai donato,
questo cuore troppo grande per noi
perché è fatto per te…

Un giorno io verrò, e tu leggerai sul mio viso
tutto lo sconforto, tutte le lotte
tutti gli scacchi dei cammini della libertà.
E vedrai tutto il mio peccato.
Ma io so, mio Dio,
che non è grave il peccato,
quando si è alla tua presenza.
Poiché è davanti agli uomini che si è umiliati.
Ma davanti a te, è meraviglioso esser cosí poveri,
perché si è tanto amati!

Un giorno, il tuo giorno, mio Dio, io verrò verso di te.
E nella autentica esplosione della mia resurrezione,
saprò allora che la tenerezza, sei tu,
che la mia libertà sei ancora tu.
Verrò verso di te, mio Dio,
e tu mi donerai il tuo volto.
Verrò verso di te con il mio sogno piú folle:
portarti il mondo fra le braccia.
Verrò verso di te, e griderò a piena voce
tutta la verità della vita sulla terra.
Ti griderò il mio grido che viene dal profondo dei secoli:
«Padre! ho tentato di essere un uomo,
e sono tuo figlio».

JACQUES LECLERCQ