Vangelo  Mt 28, 16-20

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io so­no con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

 

 

Esiste un Dio così?

Ecco la domanda che si pone la prima lettura e che viene rivolta a noi oggi.

“Si è mai sentita una cosa simile a questa?” (Dt 4,32).

Che Dio, cioè, si rivolga ad un popolo, gli parli, lo consideri un interlocutore affidabile e gli proponga una relazione di ascolto e dialogo? Esiste un Dio così? Un Dio che parla?

Attenzione: non un Dio che ordina, un Dio che parla come farebbe il dittatore dal palco, per ridurre gli altri a semplici destinatari e quindi esecutori passivi di ciò che lui ha deciso.

Il nostro Dio è un Dio che parla agli uomini “come ad amici”, come ricorda il Concilio Vaticano II nella Dei Verbum (21). E’ un Dio che scende la sera a dialogare con l’uomo nel giardino, come racconta la Genesi; un Dio che ha incessantemente inviato i suoi profeti per rendersi comprensibile alle dure orecchie degli uomini; un Dio che ha pazientato e sofferto per l’incomprensione e la disobbedienza, proprio come un padre che attende il ritorno di un figlio che si è stupidamente allontanato; un Dio che ha inviato il suo Figlio perché le sue parole fossero simili alle nostre parole.

Esiste un Dio così?

Un Dio che sceglie un popolo tra tutti gli altri.

Sì, che sceglie. Cioè che preferisce. Che ha sentimenti e gusti, che non considera tutti uguali. Un Dio che non massifica, che non ci considera numeri. Che ama con unicità ciascuno di quelli che ha chiamato. Un Dio che fa sentire speciali e non che ci ama facendo di tutte l’erbe un fascio…

Lo stupore della prima lettura è il nostro.

Questo Dio esiste? O meglio: noi crediamo che esista?

In quale Dio crediamo? Che volto ha il Dio in cui dico di credere?

Dio è davvero quel che credo o credo a un Dio che mi sono inventato?

Mi viene in mente il titolo di un libro che fu famoso: “Scusi, qual è il suo Dio?”

In quale Dio credo?

 

don Ivo

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