Il progetto “Secondo annuncio” si propone di raccogliere, analizzare e riorientare le pratiche di secondo annuncio già presenti nelle parrocchie italiane attorno a cinque luoghi antropologici, o soglie di fede, intese come principali esperienze che gli adulti e le adulte di oggi attraversano nell’arco della loro vita. Il progetto intende dare seguito al messaggio del Convegno ecclesiale di Verona (2006), che ci ha invitati al dislocamento della proposta di fede dalla logica e organicità del contenuto alla logica dell’esistenza umana nei suoi snodi fondamentali. «Mettere la persona al centro costituisce una chiave preziosa per rinnovare in senso missionario la pastorale e superare il rischio del ripiegamento, che può colpire le nostre comunità»

L’elenco dei passaggi, delle crisi decisive nella nostra vita adulta è molto lunga, e sicuramente legata ai percorsi soggettivi. Non c’è una vita adulta uguale ad un’altra. Tuttavia ci sono delle costanti nella vita adulta, dei crocevia di cambiamento antropologico che toccano la maggioranza delle donne e degli uomini di oggi. Sono allo stesso tempo passaggi di vita, crocevia di senso, possibili ingressi e passaggi di fede.

Nel progetto immaginato (il secondo annuncio dentro le situazioni di vita) abbiamo selezionato come ipotesi cinque ambiti antropologici:

generare e lasciar partire (l’esperienza della genitorialità nelle sue varie fasi)

errare (nel significato di esplorare e di sbagliare)

legarsi, lasciarsi, essere lasciati (l’esperienza degli affetti)

appassionarsi e compatire (il lavoro e la festa, la politica, il volontariato…)

sperimentare la fragilità e vivere il proprio morire

Li descriviamo brevemente, cercando di indicare per accenno la doppia opportunità che hanno come luoghi di maturazione umana (senso) e come possibili soglie di fede, cioè come esperienze nelle quali affiora il mistero della vita umana e al contempo l’apertura alla trascendenza.

L’offerta della vita buona del vangelo nella vita della gente

Questa mappa è molto più ricca di quanto qui descritto. Occorrerà dunque un lavoro fatto insieme, con sensibilità diverse, per esplorarla più in profondità.

Entrare in questa mappa, abitarla con passione, compassione e speranza è la più alta attività umana che possiamo mettere in atto. Questo è terreno sacro, nel quale camminare in punta di piedi, togliendosi i calzari. Qui si sospende ogni giudizio, ogni valutazione. Ogni storia umana è storia sacra e non c’è storia sacra perfettamente lineare, senza sbagli, senza fragilità, senza dolore. La sacralità della vita viene dalla sua vulnerabilità. Visitare e accompagnare la storia delle donne e degli uomini è il più grande atto di amore. È anche il modo più bello, forse l’unico, per annunciare il Vangelo, per mostrare a tutti il dono di vita buona che esso contiene.

La Chiesa, concentrata spesso sul solo piano oggettivo della fede, ha bisogno di questo trasloco nella storia che Dio scrive dentro la carne delle donne e degli uomini di oggi. Allora capirà anche diversamente e più in profondità l’aspetto oggettivo della Rivelazione.

Siamo anche nel cuore di una sfida pastorale. Nelle nostre parrocchie ci sono segni positivi di questo trasloco del Vangelo nella vita della gente. Manca un sostegno, un orientamento, una messa in rete delle pratiche buone.

Su questo terreno può impegnarsi il progetto “Secondo annuncio”.

 

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