Venerdì 14 si è tenuto il Laboratorio di animazione sulla carità. In salone c’erano parrocchiani di ogni età, e assieme a Don Raffa, Don Ivo e Federico Valenzano (Caritas Diocesana) abbiamo cercato di approfondire cosa significhi farsi prossimo.

Partendo dall’osservazione guidata dell’opera di Van Gogh “Il buon samaritano” accompagnata dalla lettura della relativa parabola (Lc 10,25 – 37) abbiamo cominciato ad avvicinarci al messaggio che Gesù ci ha lasciato; ma soprattutto ad attualizzare e a calare questo messaggio nell’esperienza di vita di ognuno di noi e di quella di Comunità: stiamo cercando infatti come parrocchia di ripensare a come poter meglio farci carico delle situazioni di difficoltà, mettendo al centro non tanto il bisogno dell’altro quanto la relazione con lui.

Come emerge dal Vangelo, Gesù ci invita a farci protagonisti di incontri che umanizzano l’altro e allo stesso tempo noi stessi, proprio perchè vissuti in una prospettiva di relazione e non semplicemente di aiuto da erogare in risposta ad un’esigenza. Questo sguardo ci aiuta anche a far fronte alla problematicità derivata dall’elevato numero di richieste di aiuto che ci pervengono e da cui spesso scaturisce l’illusorio imperativo morale di “dover aiutare tutti”: così facendo, però, spesso sottraiamo umanità all’altro, lo riduciamo a “caso”, a “numero”, a uno tra i tanti. Rischiamo così di impedire all’altro di toccarci nel profondo.

Non è sempre facile raccogliere e realizzare questo invito del Vangelo, perchè richiede una maggior attenzione e soprattutto l’autenticità di un aiuto personale e non “standardizzato”.

A livello comunitario crediamo che si possa partire quantomeno dal farci carico insieme degli incontri che si fanno, condividendo tra noi le problematiche non a livello di “gossip” ma come modo per cercare assieme risposte di aiuto intelligenti.

Ma noi – come singoli e come comunità – abbiamo voglia di farci “toccare”?

 

Davide e Sara