Carissimi tutti,

dopo il Consiglio degli Affari Economici di lunedì 13 ottobre, desidero comunicare a tutti voi la situazione economica della nostra parrocchia. Sono consapevole che rischi di annoiarvi un po’ riproponendo le cifre e i passaggi effettuati, ma desidero che tutto sia chiaro e trasparente per tutti, perché quanto è stato fatto con la ristrutturazione della Chiesa è stato possibile per l’interesse e l’impegno di tutti e nessuno deve sentirsi estraneo o rimanere disinformato davanti all’impresa compiuta.

Come sapete la parrocchia ha ricevuto i 431.197,35 euro del contributo della Regione Emilia- Romagna in data 29 settembre 2014, corrispondente all’85% della somma richiesta (507.291,00 euro), avendo già avuto il 5% (25.364,55 euro) diversi mesi fa e in attesa dell’ultima rata del 10% che giungerà quando la Regione avrà messo a punto al convenzione con le diocesi (enti attuatori per le pratiche post-terremoto).

La ricostruzione della chiesa ha richiesto una spesa di 809.278,93 euro, senza contare le verifiche sismiche compiute in precedenza, in ottemperanza ad una legge della regione che già le imponeva prima degli avvenimenti sismici del maggio-giugno 2012.

Nel periodo 1 settembre 2012 – 30 settembre 2014, cioè nel volgere di soli due anni, abbiamo raccolto 308.000 euro. Una cifra rilevante di cui circa 100.000 da diocesi, fondazioni, banche e qualche contributo da privati che non risiedono in parrocchia né a Modena (ad esempio il Vescovo di Trento che ha fatto avere 11.000 euro). Tuttavia in parrocchia abbiamo raccolto una cifra che si avvicina ai 200.000 euro, tra piccole e grandi donazioni. Uno sforzo grandissimo, di cui siamo grati gli uni agli altri e che ha testimoniato l’affetto che abbiamo verso la nostra comunità e la sua “casa”.

Oltre a questo rilevante impegno, è stata vincente la strategia dei prestiti infruttiferi, per i quali siamo grati ai parrocchiani che hanno scelto questa strada per dare il proprio aiuto, agli amici non parrocchiani che hanno avuto a cuore la situazione della nostra comunità, alla Parrocchia di san Domenico di Selvazzano Dentro (PD) e al suo parroco don Francesco, che ci ha fatto un prestito di 50.000 euro. I prestiti infruttiferi quindi, rispettivamente di 100.000, 50.000. 30.000 e 10.000 euro ci hanno permesso di non annegare e di chiedere un fido per un massimo di 300.000 euro che abbiamo utilizzato in realtà in misura minore della cifra massima richiesta.

Ora, grazie al contributo arrivato a seguito al lavoro svolto in Regione e all’impegno inflessibile dell’Ing. Alessandro Sola, possiamo chiudere il fido, pagare alcune ultime parcelle, restituire i prestiti. Quest’ultima operazione avverrà gradualmente, secondo gli specifici accordi con le persone che ce li hanno concessi.

Terminata l’operazione alla parrocchia dovrebbe rimanere un saldo attivo di circa 40.000 euro, mentre essa è ancora impegnata nei due mutui per le due ristrutturazioni (parte vecchia su via Bellini e nuova palazzina – campetto sportivo e cortile su piazzale Murialdo) rispettivamente di 16.000 e 160.000 euro, il secondo dei quali terminerà nel 2021. Il bilancio, che verrà redatto all’inizio di febbraio 2015, potrà fornirci una indicazione più precisa di quanto qui vi esprimo. La nostra parrocchia quindi si attesta su una situazione economicamente stabile, anche se le nuove condizioni di regime ordinario ci fanno prevedere che, di anno in anno, l’avanzo di esercizio non supererà i 10-15.000 euro.

Dopo avervi a lungo annoiato desidero, come ho più volte fatto in questi due anni, esprimere ancora la mia soddisfazione per quanto abbiamo fatto insieme e assicurare a tutti la mia gratitudine. Credo che ce l’abbiamo messa tutta e che dobbiamo riconoscere che a “salvarci” è stato lo stile che cerchiamo di vivere in comunità e il metodo che ci siamo dati: è solo dalle relazioni autentiche che nasce la fiducia per credere ad un percorso difficile e solo grazie ad esse è possibile che persone – anche esterne alla parrocchia – possano sentirsi implicate in un problema e mettersi in gioco per risolverlo. Ciò che ha aiutato la nostra parrocchia a “saltarci fuori” sono state certamente la competenza burocratica e quella amministrativa, ma anche questo stile e questo metodo, senza i quali la chiesa si riduce ad un’azienda, e a questo punto poco importa se essa sia in crisi o un floride condizioni…

Gli altri aspetti, come le uscite per le attività pastorali e gli interventi di carità, le prenderemo in esame in una successiva riflessione. Intanto rinnovo la mia gratitudine e la riconoscenza, ai membri del Consiglio degli Affari Economici e a tutti gli amici che hanno condiviso il peso di questo percorso. Penso che il Signore non ci abbia lasciati soli in questo frangente un po’ faticoso perché abbiamo scelto di non lasciarci soli gli uni gli altri: è lì, nella comunione e nella comune intenzione che Lui si fa incontrare e ci dona salvezza.

don Ivo