Venerdì 13 ci si è ritrovati per riflettere su cosa significa “educare alla fede” oggi. Nel primo dei due incontri che il consiglio pastorale propone alla comunità in questo cammino di Avvento (il secondo è stata la liturgia penitenziale di venerdì 20), i presenti si sono inizialmente suddivisi in alcuni gruppi per confrontarsi sul testo precedentemente letto di Enzo Bianchi “Gesù educa alla fede”. Ciò che ha colpito tutti è stata la paradossale pedagogia di Gesù che non trasmette semplicemente la fede, ma al contrario fa emergere dall’individuo desideroso di incontro quella fede che è già presente in lui. Abituati a secoli di un’impostazione “scolastica” siamo inconsciamente convinti che i cristiani appartenenti e frequentanti debbano in un qualche modo “passare” dei contenuti di fede insegnando i valori essenziali della dottrina cristiana. Spesso da tale impostazione derivano difficoltà, lamentele, sfiducia perché suddetti contenuti non vengono correttamente recepiti o addirittura completamente ignorati. Enzo Bianchi invece fa notare come questo non era l’approccio di Gesù: la fede è un’esperienza umanissima (tutti noi viviamo basandoci sulla fiducia verso l’altro, nelle amicizie, nelle relazioni intime, nel mondo lavorativo…) e Gesù non fa altro che e-ducarla (cioè condurla fuori) perché la persona sia consapevole di potersi affidare a chi, questa fiducia, non tradirà mai, cioè il Signore. Gesù infatti ripete ai convertiti che la loro fede li ha salvati dimostrando che la questione si gioca sulla volontà della persona di riconoscere la necessità di un decentramento. Dopo le relazioni dei gruppi, Carmela, Marco e Chiara hanno esposto le loro riflessioni proprio su questi temi approfondendo tre punti di vista importanti emersi dalla lettura del libro e cioè:

–        l’uomo diventa rapidamente religioso, ma è lento a credere,

–        Gesù suscita la fede con il suo stile di relazione,

–        cosa è la fede.

 

Dopo un momento di silenzio che ha permesso di esprimere liberamente, a mo’ di risonanza, i pensieri suscitati dal confronto e dalle riflessioni, Don Ivo ha concluso l’incontro ricordando quali sono i momenti privilegiati in cui poter educare alla fede secondo questo stile e cioè l’omelia, la liturgia e l’iniziazione cristiana. Questi tre momenti sono i luoghi educativi fondamentali entro i quali poter far emergere percorsi di fede nelle persone se e soprattutto se non si limitano a trasmettere dei contenuti, ma sappiano suscitare quella fiducia insita in ognuno di noi.

La lettura di un brano della Evangelii Gaudium, l’ultima esortazione apostolica del papa, ha concluso e nello stesso tempo aperto l’incontro perché le numerosi sollecitazioni che da tale lettera emergono apriranno sicuramente ulteriori occasioni di incontro e confronto