IL TRITTICO DELLA CELEBRAZIONE

“L’albero della vita”

Olio su tela 2 x 5 metri

Rita Begnozzi, Modena, 2013

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L’albero di quest’opera è raffigurato capovolto, come se lo vedessimo riflesso in uno specchio di acqua. E’ un sicomoro, la cui parola in ebraico ha la stessa valenza della parola “redenzione”.

Questo albero rappresenta così la redenzione, perché la vita di Dio viene dal cielo, dove sono in azzurro le radici dell’albero, e rende rigogliosa la terra ed ecco le fronde verdeggianti dell’albero in basso.

La nostra salvezza si è compiuta grazie alla croce di Cristo, di cui vediamo distintamente il corpo crocifisso tra le radici dell’albero e dal suo costato sgorga un rivolo di sangue, segno della nuova alleanza, che si ricongiunge all’antica, il cui segno era sempre una ferita nella carne, la circoncisione.

Dal costato di Cristo crocifisso esce anche l’acqua (Gv 19,34), ed ecco perché l’albero della vita è collocato al di sopra del battistero, luogo nel quale attraverso il sacramento del battesimo entriamo in alleanza con Dio e diventiamo figli, grazie al sacrificio di Cristo.

Al di sotto, tra le fronde, un uomo dorme: è Abramo, il padre della fede di tutti i credenti, colui con il quale Dio inizia la sua alleanza per tutte le genti. Egli è rappresentato nel momento in cui, nell’ora più calda del giorno, riceve la visita dei tre misteriosi viandanti alle Querce di Mamre (Gen 18). Accogliendoli, Abramo accoglie Dio stesso, evocato nel mistero della Trinità, che si scorge nelle tre figure colorate, appena visibili nel tronco dell’albero. Le teste delle tre persone della Trinità e le ginocchia del Cristo crocifisso sono speculari, ad indicare la continuità del mistero della salvezza e l’unicità dell’Antica e della Nuova Alleanza.