Come molti di voi sicuramente ricorderanno lo scorso è stato l’anno pastorale dedicato ai 50 anni del concilio vaticano II. Oltre a promuovere incontri, conferenze, discussioni su tale importantissimo evento della storia della chiesa, nella nostra parocchia si è tentato un esperimento pastorale che, speriamo, possa non solo essere stato di aiuto per la comprensione del concilio alle persone che vi hanno partecipato, ma anche diventare a breve un metodo sicuramente più rischiso,  ma più coinvolgente di una semplice conferenza. A gennaio infati erano stati esposti dei cartelloni chiedendo a chi voleva di iscriversi: unica incombenza era quella di leggersi l’intera o alcune parti della costituzione dogmatica del concilio scelta. Per rinfrescarci la memoria ricordiamo che il vaticano II ha prodotto diversi documenti importantissimi dove sono emerse non solo pratiche che oggi diamo per scontate (pensiamo alla messa non più necessariamente in latino) ma anche innovative concezioni teologiche che, nel solco della tradizione, permettevano e permetteranno alla chiesa di essere sempre più in dialogo con il mondo contemporaneo al fine di trasmettere con maggior chiarezza il messaggio salvifico di Cristo. Di questi documenti quattro sono definiti dogmatici (cioè veri e validi per tutti): Lumen gentium, Sacrosanctum concilium, Dei verbum e Gaudium et spes. Proprio questi 4 sono stati i documenti su cui altrettanti gruppi si sono confrontati, hanno discusso, hanno insomma cercato di approfondire alcuni concetti espressi. Aiutati dai capigruppo (non solo don raffaele e don ivo, ma anche alcuni laici impegnati) in alcuni incontri si è provato non solo a chiarire quali fossero i passaggi più significativi, ma anche a capire dove e come l nostra parrocchia si è attenuta o meno alle indicazioni del concilio. Pur con inevitabili difficoltà (linguaggio teologicamente elevato, leggero imbarazzo nei vari gruppi dato che non tutti si conoscevano perfettamente, concetti abbastanza ostici, non ultimo problemi logistici causa copiosa neve) nei vari incontri il confronto ha permesso di entrare meglio nello spirito del concilio per comprenderne la portata rivoluzionaria. Ciò che però è stato importante è l’opzione di metodo adottata: come detto sopra non ci si è limitati all’invito ad una conferenza che pur valida e significativa, rischia di essere un po’ asettica e formale, ma si è provato a coinvolgere tutti invitandoli a partecipare in prima persona ad un processo (la costruzione di una comunità più accogliente e fedele alla Parola) che non può e non deve essere limitato alla sola iniziativa dei sacerdoti. È stato un esperimento un po’ rischioso perché voleva dire mettere insieme età,  sensibilità,  idee, vissuti, molto diversi tra loro tuttavia si è ritenuta questa la strada migliore perche la comunità sia FORMATA ALLE e non solo INFORMATA DELLE iniziative in parrocchia. Un frutto di tale percorso e di tale corresponsabilità pastorale è stato proprio l’organizzazione delo spettacolo di sabato sera 5 ottobre che trovate negli avvisi. Un gruppo di laici ha pensato attraverso una rappresentazione di esporre quanto emerso dalle riflessioni della comunità stessa. È importante quindi che tutti si sentano coinvolti nella partecipazione a questo evento ovviamente nei modi possibili: anche la sola presenza è importante perché dice un’appartenenza alla parrocchia come protagonisti perché si è condiviso un cammino e non come semplici spettatori. Quindi appuntamento a sabato in chiesa, un’ occasione per un sabato sera diverso: NON MANCATE