Il consiglio pastorale si è riunito il 7 giugno per affrontare alcuni urgenti ordini del giorno…no,  non solo l’inaugurazione della chiesa (come tutti leggendo avranno pensato), ma  in primis  l’organizzazione della sagra parrocchiale che si svolgerà il 14 e 15 settembre prossimo. Proprio  perché la nuova chiesa non sia solo di facciata si è discusso su quali iniziative intraprendere per  festeggiare adeguatamente questi due giorni. A dimostrazione che il consiglio pastorale deve essere  luogo di confronto e di scambio di idee, prima che ad organizzare qualcosa si è pensato a cosa  organizzare (un passaggio non così apparentemente semplice). Ne è così emersa un’idea valida  e utile al tempo stesso e cioè tenere aperta la chiesa durante le serate in modo che tutti possano  visitarla e accompagnare la visita con spiegazioni (anche multimediali…se qualcuno ha qualche  idea ben venga) delle opere d’arte, del perché di certe scelte, dell’evoluzione dei lavori, ecc…E’ un  modo un po’ diverso per “formarci” affinché possiamo tutti conoscere meglio la nostra chiesa che  in realtà non conoscevamo così bene (chi si ricorda cosa c’è scritto sul nostro battistero…vince un  premio da don Ivo). Non è solo un mero esercizio estetico bensì un modo per capire che l’edificio  sacro dice qualcosa della nostra fede e non ne è l’asettico contenitore. Oltre quindi ai tradizionali  stands e gruppi musicali (che allieteranno le due serate) non saranno proposti ulteriori momenti  formativi o ricreativi affinché si possa veramente vivere questi momenti di festa come devono  essere le feste: cioè momenti di convivialità e conoscenza reciproca in cui ravvivare le nostre  relazioni. Ovviamente sarà necessario dare una mano per creare un piccolo gruppo organizzativo:  a tal proposito si invita a contattare i referenti dei vari ambiti che troviamo indicati sul verbale vero  e proprio del consiglio pastorale. Chi ha esperienza della sagra ricorda infatti che la sistemazione  finale è uno dei momenti più critici quindi si invita a tenere a mente di dare, per quello che uno  riesce, una mano alla fine delle serate.