Villa Immacolata a Fiumalbo: una sorta di LaMecca per il nostro gruppo già da quando erava-mo piccoli preadolescenti che entravano nelle ca-mere altrui e aprivano i lavandini con fare tra-sgressivo e impenitente, una sorta di luogo sim-bolo per la nostra storia e non solo per la nostradato che di gruppo stavolta non c’era solo il no-stro, ovvero quello dei 1995/96 ma anche queirumorosi e variegatissimi 97/98. Un esperimentodifficile quello di unire più realtà oltre che piùetà,tanto che al primo e unico incontro preparatoaccuratamente dal “fintogiovane” Marco Medici,non in molti sono riusciti ad esprimersi tanto libe-ramente rispetto a come lo avrebbero fatto nel-l’intimità di quello che da sempre è il loro grup-po, nonostante l’argomento offrisse moltissimispunti per riflettere sul tema della comunità chepuò essere quella Cristiana, quella di San Pio oquella virtuale di Twitter o Facebook. Esperimen-to difficile, Si, ma di certo interessante e curioso:degno di nota l’abbinamento dei rudi maschi no-vantasei con le ragazze novantasette/novantottoche in certi casi ha dato il via a preannunciatecoppie che scoppiano. Di questo campeggio va dicerto ricordata la veglia di capodanno preparata dallaSamanta e da quell’eterno ragazzino di Don Raffache dalle nonne di S. Pio è acclamato come il nuovoMassimo Ranieri (perché maturo, ma giovane in vi-so, bello e anche bravo a cantare) che si sono de-streggiati per rendere il saluto all’anno passato unasuggestiva turbina di ricordi. Si sono impegnati per-ché ci ricordassimo della nostra chiesa attraversodelle foto scattate all’interno, dall’alto delle impalca-ture: impressionante vedere il vuoto, nessuna statua,il mosaico coperto. Una veglia utile a farci capireche dalla distruzione (che può essere di un terremotoo di una crisi personale) deriva sempre una ricostru-zione, c’è sempre una messa in discussione di noistessi, un ineluttabile rafforzamento. Ed è propriocosì che ognuno di noi deve fare con i muri portantidella propria vita che a volte tremano: fermarsi, pen-sare e rimetterli a sesto affinché la nostra casa dell’a-nima diventi sempre più antisismica. Se la veglia èstata un’ opportunità per riflettere, le ore seguentisono state un ‘occasione pura per divertirsi, comenon citare la preparazione dei cocktail che mi hacoinvolto personalmente insieme ad altri tre perfettie soprattutto esperti barman sotto la supervisione diuna veterana dell’ambito: Veronica “tequila bum-bum” Lugli che dopo un ansiogeno periodo di studioè riuscita a destreggiarsi tra prosecco, spumante ethe verde. Poi finalmente il countdown finale, lavecchia da bruciare e l’eterno Simone Cavana chespara in cielo i petardi, ambiti per tutto il campeggio.E’ vero di incontro ce ne è stato solo uno ma possodire con certezza che tutto il campeggio a Fiumalboè stato un incontro di per sé: un incontro tra piùgruppi diversi, tra noi e le famiglie presenti nellavilla insieme a noi, tra il clima freddo e umido dellasera e il sole primaverile delle giornate, un incontrodi box tra lo Spezz e Giulio, un incontro di calcio(stravinto da noi naturalmente con un super Gualdiin porta), un incontro tra modi di fare gli educatoridiversi, un incontro con noi stessi, un incontro digioco di dadi, un incontro tra due anni che si passanoil testimone nel migliore dei modi.

Matteo Bonfiglioli

p.s: vorrei ringraziare per questo campeggio chi no-nostante bicchieri in faccia ha saputo sopportarmi eballa aggraziatamente nei corridoi.