Per prepararsi alla Pasqua di nostro Signore, don Ivo e don Raffaele ci hanno proposto anche quest’anno diversi incontri di formazione e le consuete Lectio divine con l’arte. Durante i quattro venerdì di Marzo abbiamo approfondito i Vangeli della Trasfigurazione (Mc 9, 2-10), della Cacciata dal tempio (Gv 2, 13-25), Il serpente nel deserto (Gv 3, 14-21) e per ultimo il Chicco di grano (Gv 12, 20-33). Le opere che quest’anno hanno accompagnato le riflessioni di don Ivo e don Raffaele sono state: la Trasfigurazione di Raffaello (1518-1520), la Pietà Bandini di Michelangelo (1550-1555), la Purificazione del Tempio di El Greco (1600 circa) e per ultima la Croce di San Damiano (1100 ca). Quest’anno si è cercato di far partecipare le persone creando un dialogo aperto in cui ognuno poteva liberamente dire le impressioni che suscitavano le opere d’arte. È stato un modo per coinvolgere tutti: giovani, anziani e adulti hanno provato a lasciarsi trasportare dalle opere e insieme abbiamo provato ad approfondire il Vangelo partendo non come di consueto dalla Parola ma da un’opera d’arte. La Trasfigurazione di Raffaello è un’opera molto particolare che accosta due episodi del Vangelo per la prima volta rappresentati insieme: la Trasfigurazione nella parte superiore e la guarigione dell’indemoniato in quella inferiore. La luce divina del Cristo e la tenebra del male non sono semplicemente giustapposte a contrasto. Proprio per quella tenebra il Cristo si è fatto uomo. La luce che abita il Signore Gesù non è per lui solo. E’ luce che, toccando fin l’abisso del peccato e della morte, è destinata a portare luce all’uomo intero, ad ogni uomo. Attraverso la Pietà Bandini abbiamo riscoperto la storia di Nicodemo, che è una storia di rinascita e di cammino verso la luce. Il vecchio uomo genera Cristo nella misura in cui è riuscito a passare dal buio alla luce. Con El Greco abbiamo scoperto che il luogo in cui si adora, il tempio, sia in realtà la vita concreta di Gesù; questo Vangelo ci ha fatto compiere un passo importante perché ha stravolto il nostro modo di pensare il rapporto con Dio che tante volte è il nostro modo. L’alternativa che ci è stata offerta è quella di vivere il commercio con Dio o lasciarsi consumare dalla passione.
Valentina
Mozart, Orff, Chopin e Piazzolla sono stati i musicisti che ci hanno accompagnato nei venerdì di quaresima di quest’anno. Nella prima lectio siamo partiti dal brano della Trasfigurazione, soffermandoci sulle sensazioni che provano i discepoli, un misto tra dolcezza e paura e l’ascolto musicale che ci ha aiutato è stato il secondo tempo della sonata K545 di Mozart. Nel secondo incontro ho accostato l’impeto con cui Gesù entra nel tempio e semina scompiglio, con l’ascolto tratto dai Carmina Burana di Carl Orff di “O fortuna”, un testo poetico del XIII sec accompagnato da una musica solenne, aggressiva, la cui esecuzione e dinamica ci suscita spavento e ci aiuta ad immaginare molto bene la rabbia descritta in quel Vangelo. Nel terzo venerdì ho accostato il tema della luce presente nel Vangelo di Giovanni con il notturno n.2 dell’opera 9 scritto da Chopin. Infine l’ascolto di “Cafè 1930”, tango composto da Astor Piazzolla e suonato con fisarmonica e chitarra ci ha aiutato a riflettere sul chicco di grano, che per portare molto frutto deve morire. Il cammino della lectio fatta con questa modalità mi ha entusiasmato maggiormente quest’anno e credo che la cosa diversa rispetto all’anno scorso sia stato il fatto che pur usando linguaggi diversi (spiegazione Vangelo, commento dell’opera d’arte e ascolto musicale) siamo riusciti a trovare poco elementi da lasciare per la riflessione e tutti collegati fra loro. Si aveva l’impressione di un corpo unico. Infine concludo aggiungendo qualche riflessione sulla partecipazione; mi ha colpito moltissimo il modo con cui gli adulti hanno ascoltato, l’interesse il coinvolgimento e l’entusiasmo che hanno mostrato. Credo però che per poter capire maggiormente queste nuove modalità di fare catechesi, dovremmo imparare a familiarizzare un po’ di più con il linguaggio dell’arte e della musica. “A me la musica classica non piace”, “a me questa modalità non piace perché preferisco il vecchio modo di fare la lectio”, “l’ascolto di questa sera era troppo lungo”, aggiunto al ticchettio di una penna durante un’ ascolto, è stato un altro modo di partecipare. E’ vero che i brani proposti possono piacere o non piacere ma credo che l’ascolto musicale per commentare un brano del Vangelo non sia un’esibizione di uno che suona più o meno bene, non sia un qualcosa che serve per aumentare il minutaggio dell’incontro, insomma non è un’azione che si può fare in modo passivo e poco coinvolgente. La musica è un modo di comunicare meraviglioso, è un modo per poter trasmettere o ricevere emozioni e con questo uso è un modo che può aiutarci (insieme all’arte) ad entrare maggiormente nel vissuto del brano di Vangelo e anche a ricordarcelo. Secondo me dobbiamo tutti educarci per ascoltarla bene, per gustarla e per poterla giudicare in modo profondo e non superficiale.
Cino