La parrocchia intervista Don Ivo e Don Raffaele

Don Ivo

Arrivano tutti e due in saletta inseguiti da parrocchiani con le richieste più disparate, ma loro, con grande delicatezza, riescono a declinare i postulanti.

“Abbiamo solo un’oretta, però” esordiscono.

Eh va bene, farò il prima possibile. Siete pronti a rispondere alle mie domande?

Certo.

Allora partiamo subito; per motivi di anzianità e gerarchici iniziamo da Don Ivo; va bene Raffa?

No problem, ne approfitterò per mandare alcuni sms urgenti….

Ok. Allora, Ivo, data di nascita?

23 Dicembre 1960

Luogo?

Modena

Fratelli?

Ben sette!

Accidenti! Quasi più di me!!

I miei sono di carne, ma tu hai molti più fratelli nella fede!

Quando sei entrato in seminario?

Nel 1979

E sei stato ordinato?

Nel 1986

Dove?

Nella mia parrocchia natale, l’Immacolata

Ah, ho capito. Adesso però si chiama Gesù Redentore

Esatto.

E poi cosa hai fatto?

Ho frequentato l’Università Pontificia Salesiana di Roma conseguendo nel 1989 la licenza in Scienze dell’Educazione; sempre nello stesso anno ho ottenuto il diploma dell’Istituto di Scienze della Formazione sponsorizzato dalla Pontificia Università Gregoriana

Accidenti, quanti titoli!

Ho avuto la fortuna di poter studiare materie e argomenti che mi interessavano molto

E a cosa ti è servita tutta questa “sapienza”?

Non so se sono diventato “sapiente”, come dici tu, ma comunque mi è stato concesso di donare anche agli altri ciò che avevo maturato in questi anni di formazione. Tornato a Modena mi hanno nominato vice-direttore del Seminario, incarico che ho mantenuto dal 1989 al 1997.

Incarico prestigioso, ma anche di grande responsabilità. Forse persino più difficile che ricoprire il ruolo di parroco di San Pio X. Come hai fatto a “cavartela”?

(sorride)…Non so se sia stato più difficile che essere parroco di San Pio X, è un po’ troppo presto per dirlo. Ho comunque potuto accompagnare i miei fratelli nel cammino verso il sacerdozio ed è stata un’esperienza sicuramente molto arricchente

E dal 1997 cosa hai combinato?

Sono diventato direttore dell’Ufficio catechistico diocesano e del Centro di pastorale giovanile.

Quindi sei sempre rimasto nell’ambito della formazione…è proprio un tuo pallino!

Beh…avendo frequentato anche il liceo socio psicopedagogico, direi che sono stato “segnato” sin dalla giovinezza.

Come è stato il passaggio a questi nuovi compiti istituzionali?

Innanzitutto non mi piace molto l’espressione “compiti istituzionali” perché mi sa un po’ troppo di serioso e politichese quando invece ritengo che qualsiasi ruolo una persona ricopra nella chiesa sia prima di tutto un servizio a Nostro Signore. Inizialmente, infatti, non ero molto convinto in quanto non mi ritenevo adatto…

Beh…in realtà ti sbagliavi di grosso. Anche i giovani che mi frequentano, notoriamente un po’ sulle loro, hanno partecipato con entusiasmo e fedeltà alle tue iniziative diocesane: i martedì del vescovo, il convegno giovani di Fiorano, i ritiri per gli educatori, la giornata mondiale della gioventù….

Mi fa piacere…non so come, ma il Signore ci ha messo un bello zampino facendo decollare tutti questi progetti che hanno contribuito a creare maggior comunione e scambio all’interno della nostra diocesi

Pensa…gli educatori hanno persino utilizzato le schede guida per gli incontri per i giovani preparate dal cpg…

Bene! Questa è la cosa che mi dà più soddisfazione: se sono riusciti a capirle anche gli educatori di San Pio, allora vuol proprio dire che potevano utilizzarle tutti!!

Ti è dispiaciuto lasciare questo ruolo?

Ovviamente sì. Erano ormai dieci anni che ricoprivo tale incarico e mi stavo affezionando all’idea e, se devo essere sincero, diventare parroco non era proprio nei miei progetti…

Nemmeno diventare parroco di San Pio?

So che tu sei molto sportiva e non permalosa, quindi non ti arrabbierai se dico che se c’era una cosa che mi spaventava non solo era diventare parroco, ma diventarlo a San Pio!

Beh…anch’io tante volte faccio fatica a capirmi. Però, devi ammettere che la vita con me non è mai noiosa….

Me ne sto accorgendo…(ride)

Mi pare però che tu sia ancora direttore dell’ufficio catechistico diocesano

Sì ed ho ancora altri ruoli: docente di Teologia Pastorale allo Studio Teologico Interidocesano di Reggio Emilia, all’Istituto di Scienze religiose “B. C. Ferrini” di Modena e al biennio per la Licenza in Teologia Pastorale della Facoltà Teologica del Triveneto di Padova. Ha fondato con alcuni amici una rivista di psicologia, spiritualità e formazione intitolata “Tredimensioni”

Caspita!! Come fai a seguire tutto senza andare nei matti? Sei un vero mostro!!

Vai piano con i complimenti…ci conosciamo appena…potresti pentirtene!! Per adesso resistiamo, ma non escludo che ci saranno momenti di difficoltà

Però qualche difetto lo avrai.

Sì, certo. Forse sono un po’ troppo fissato con gli orari…

Bene, avrai pane per i tuoi denti. Io non sono mai stata puntualissima. A proposito, il tempo è tiranno ed è ora di passare a Don Raffaele.

Ah…già, l’ultima cosa. Tu vivi con una comunità di sacerdoti a Collegara. Devo ammettere che all’inizio ero un po’ gelosa del fatto che non vivessi con me, ma piano piano sto capendo il senso della tua scelta: non si impara a fare comunione per quantità di frequenza, ma per la qualità: mi sembra di capire che per te questa esperienza sia come una sorta di polmone. Me ne puoi parlare?

Certo. Dal 1999 vivo in una comunità presbiterale composta da sette presbiteri diocesani chiamata “SS. Basilio e Gregorio” il cui carisma consiste nella condivisione comunitaria della preghiera, della vita quotidiana e dell’impegno pastorale a servizio della diocesi. Facciamo vita insieme perché crediamo in questi valori e vogliamo viverli nel modo più intenso possibile, ovviamente nel rispetto degli impegni affidatici dalla diocesi.

Grazie mille per la disponibilità. Ma ora passiamo a te, Raffa. Anche tu, se non sbaglio, condividi questa esperienza.

Sì. Sono entrato in comunità ufficialmente nel 2002 anche se già precedentemente la frequentavo e conoscevo.

Infatti sei molto più giovane di Ivo, giusto?

Non dire così altrimenti si offende e gli si rizzano quei quattro capelli che ha in testa….comunque sì, sono nato a Sassuolo il 27 dicembre del 1974.

Che parrocchia hai frequentato?

Quella di Maranello; è lì che è maturata la mia precoce vocazione: nel 1988, infatti, sono entrato in seminario.

Sei stato quindi sotto le grinfie di Don Ivo sin da subito

Esatto…nell’89 “il pelato” è diventato vicedirettore del seminario

Chi è il “pelato”, scusa?

Come chi è…è don Ivo, da me soprannominato il “pelato”

Ah si? Già da allora aveva così pochi capelli?

Don Ivo (con tono scocciato): “Possiamo andare avanti con l’intervista, per favore?”

Quando sei stato ordinato?

Il 12 giugno del 1999. Fino al 2000 sono stato cappellano a Casinalbo e dal 2000 al 2005 alla Sacra Famiglia, qui a Modena.

Anche tu hai approfondito molto lo studio

Sì; dopo la maturità classica ho conseguito il baccalaureato in teologia e, recentemente (2008) la licenza in Teologia e Scienze Patristiche presso l’Istituto Patristico Augustinianum di Roma.

E da giugno sei venuto qui da me. Come ti trovi?

Bene. Sin da subito ho notato che ci accomunano alcune passioni: il calcio (forza Juve!!), il cibo (il mio motto è “mangio, ma non ingrasso”) e i fumetti.

Effettivamente è così: i miei giovani non si tirano mai indietro se c’è da fare (o guardare) una partita e proprio quest’anno ho inaugurato una cucina nuova fiammante a disposizione di tutti. Non capisco il riferimento ai fumetti, però…

In certi casi sei così strana e surreale da essere equiparabile alle situazioni da fumetto…

Don Raffaele…poteri offendermi!!

Guarda che non è un’offesa, anzi….Noi preti vorremmo sempre una bella parrocchia perfetta in cui tutto vada bene e fili liscio, in cui i parrocchiani siano sempre bravi, disponibili, simpatici e intelligenti, ma per fortuna non è così.

Ma come?!…E’ proprio quello che devo diventare: una parrocchia ben organizzata ed efficiente; è più di quarant’anni che cerco di raggiungere questo risultato…spesso senza riuscirci..

Don Ivo (sorridendo): Infatti, non ci sei riuscita!!

Don Raffaele: Ma è proprio questo il bello: le difficoltà della realtà quotidiana rappresentano il luogo prediletto dell’evangelizzazione. Le tue stranezze e le tue peculiarità ti rendono così variegata e colorita che con te è difficile annoiarsi; ogni giorno ci si deve chiedere “ma ho fatto veramente la volontà del Signore?”. Tutto questo fa sì fare fatica, ma aiuta anche a non dare nulla per scontato e ad essere attenti ai tanti modi attraverso i quali il Signore ci parla.

Non so se ho capito bene…comunque mi fido!!

Vedo che Don Ivo guarda l’orologio (è proprio vero che è fissato con gli orari!!) quindi intuisco che ci dobbiamo salutare. Allora vi lascio andare perché immagino abbiate tante cose da fare. Grazie per queste quattro chiacchiere….

Grazie a te. Possiamo rivederci quando vuoi, impegni permettendo, per noi è stato un piacere.

In quel momento entra un parrocchiano che, tutto trafelato, si rivolge al parroco: “Mi scusi, è già iniziata la messa vespertina? Non è che potrebbe rimandarla? Sa…..devo fare la spesa”

……la realtà quotidiana……