Un seme di Vangelo (Mt 21, 33-43)

Sono analfabeti.

Eppure si tratta dei capi, dei capi dei sacerdoti e degli anziani del popolo.

Si tratta di coloro che ritengono di conoscere Dio e di avere un’autorità sulla gente.

A questi Gesù dice di essere analfabeti.

“Non avete mai letto…?” chiede Gesù.

Nelle Scritture è chiara la rivelazione del volto di Dio.

Eppure questi capi dei sacerdoti e questi anziani del popolo, interrogati da Gesù mostrano di non conoscere Dio.

“Che farà il padrone della vigna, se viene rifiutato più volte?”

Passerà alla vendetta, rispondono.

No. Dio non è così.

Il Dio di Israele, rifiutato ripetutamente nei profeti che ha inviato non si stanca di tentare.

Alla fine ha mandato il Figlio per chiamare gli uomini a sé.

E davanti a questo rifiuto, Dio non si vendicherà, non farà giustizia alla maniera umana.

“Voi sembrate non aver mai letto”, dice Gesù.

Nella Scrittura, infatti, c’è scritto che Dio ricomincia sempre.

Ricomincia diversamente, ricomincia altrove.

Dio non si stanca e se un popolo non capisce, Dio comincerà di nuovo partendo dalla pietra scartata, da un popolo che non era stato chiamato, da altri cuori, interpellerà altre coscienze.

Dio farà una meraviglia: al male Dio risponde con un bene sorprendente, nuovo, altro.

L’amore di Dio è un amore a senso unico.

Dio ama il suo popolo e lo invita. Lo ama testardamente e prova e riprova, come fa chi davvero ama l’altro che non vuole rispondere.

Apparentemente questa è una debolezza di Dio.

Un Dio che si lascia rifiutare, un Dio che si lascia sconfiggere, un Dio che non passa alla vendetta: ecco il nostro Dio. Tutto il contrario da qualunque altra divinità che l’uomo abbia fabbricato con la fantasia e quindi a sua immagine, cioè violenta!

Un Dio così, che scommette sul Figlio e perde, sembra un Dio debole.

Un Dio che ama e continua ad amare sembra un Dio comodo.

Quante volte lo pensiamo: se Dio perdona infinitamente, posso infinitamente peccare!

Ma non è vero: la ragione della nostra condanna può essere proprio questo incondizionato amore che aumenta la nostra responsabilità nel non rispondere mai ad esso.

Più sei amato e più sei invitato a dire il tuo sì. Se ce ne approfittiamo per indurirci nel nostro no, ecco che ci verrà tolto quanto diamo per scontato. Non per vendetta, ma perché non lo abbiamo accolto. Il Regno di Dio può sfuggire di mano, non perché Dio si vendichi, ma perché l’amore cerca sempre il frutto.

C’è dunque una responsabilità nel rifiuto, nella non risposta che deve far pensare.

don Ivo

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