ARTICOLO SEME DEL VANGELO 21 maggio 2017

‘Non vi lascerò orfani’. Questa è la promessa che Gesù fa ai suoi amici poco prima della sua passione. Cosa significa essere orfani? Non posso presumere di saperlo, sarebbe irrispettoso; posso dire però cosa sento quando leggo questa promessa di Gesù. Ci sono momenti in cui pare di non avere un terreno stabile su cui radicare la vita; oppure momenti in cui non si riesce ad appoggiare il cuore nella custodia di qualcuno (un padre o un fratello); ancora, momenti in cui si sperimenta una solitudine che fa male, perché scoperchia un vuoto interiore che sembra essere senza risposte. Questi momenti appartengono alla vita di ciascuno di noi, ed è proprio ad essi che Gesù fa riferimento quando assicura ai suoi amici che non li lascerà orfani. La promessa del Vangelo è la promessa di una relazione stabile, dove l’altra persona abita nel cuore, anche se non è presente fisicamente; e quando il nostro cuore è abitato dall’altro, non siamo più orfani. Proprio per questo motivo, Gesù parla dello Spirito Santo come di un ‘altro Consolatore’, uno che possa rimanere con noi per sempre, anche quando gli altri punti di riferimento della nostra vita sembrano crollare.

Una relazione, però, non è mai qualcosa di fermo: cresce se la alimentiamo, ma cala fino a spegnersi se smettiamo di investire in essa. E l’alimento della relazione è fatto di tempo speso, parole date e ricevute, fiducia e obbedienza, reciprocità concreta … grazie a queste cose l’altra persona mi diventa sempre più familiare, mette radici nel mio cuore, fino ad essere per me una presenza costante. A volte si riescono a costruire legami così forti che io ‘sento’ ciò che l’altro vive anche se lui è distante, e gioisco o soffro con lui come se gli fossi di fianco. Ecco perché l’inizio e la fine del Vangelo di oggi parlano di un comando da osservare: è nella concretezza di una fiducia che diviene prima ascolto e poi obbedienza che la nostra relazione con Gesù cresce o cala, si rafforza o si spegne.

Questo Vangelo ci dice dunque che la vita cristiana può essere lo spazio in cui costruire un legame che riempia il cuore e gli dia quella pienezza di cui sempre siamo in ricerca. Chiediamoci allora: chi siamo noi? Sentiamo di essere figli e fratelli o, al contrario, viviamo da orfani? E ancora: riusciamo a rendere concreto l’ascolto del Signore, permettendo alla sua Parola di orientare le scelte della nostra vita? Oppure cadiamo nell’illusione di un legame che in fondo è solo di facciata, perché quando è il momento di decidere sono altre le voci che ci guidano?

Don Raffaele

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