Il 21.4.2017 si è riunito il Consiglio Pastorale Parrocchiale per fare una prima riflessione di questi mesi trascorsi insieme dopo l’arrivo di don Raffaele, valutare l’opportunità di due incontri per la comunità guidati dai responsabili di Caritas diocesana nell’ambito del progetto “Rifugiato a casa nostra” e ragionare sulle S. Messe festive.

E’ emersa con grande chiarezza e semplicità la percezione di tutti i gruppi delle novità introdotte (progetto di accoglienza e collaborazione con San Pio X in particolare), che però lo sono state attraverso un serio coinvolgimento della comunità. Ciò non ha compromesso o rallentato oltremodo la capacità di decidere; anzi, proprio perché condivise, tali novità ci sono sembrate apprezzabili. E se, in qualche misura, le novità portano sempre un po’ di apprensione, questa va superata con fiducia quando si vuole crescere. Tutti hanno colto come novità lo sforzo del parroco di coordinare le esperienze dei gruppi, che in passato hanno spesso operato in modo non ben collegato al resto della comunità: questo pungolo sta aiutando a creare comunione e a precisare e qualificare i contenuti delle attività di tutti.

Don Raffaele segnala lo spirito di accoglienza nei suoi confronti che ha colto nella comunità e che si è tradotto in una collaborazione fattiva: questo modo di operare va generalizzato il più possibile, ed anche a tale scopo va messo in cantiere un servizio di segreteria, necessario sia a ricevere i contatti che i fedeli richiedono alla parrocchia, sia a coordinare sempre meglio il lavoro di chi vi opera. Un richiamo particolare, in tal senso, riguarda la gestione e manutenzione delle opere parrocchiali: tutti possiamo sempre più percepire che la parrocchia è casa nostra, crescendo anche nell’esercizio della responsabilità anche verso le strutture che abitiamo. I servizi semplici – ma necessari – di una casa (tenere in ordine, pulire, curare gli ambienti) sono un indicatore concreto della nostra appartenenza ad essa.

Sempre nella logica di meglio coordinare e coinvolgere tutti quelli che hanno a cuore la parrocchia è importante aumentare la circolazione del giornalino (ad es. attraverso le distribuzione alle famiglie del catechismo e al termine della messa).

Relativamente alla proposta di due incontri per la comunità guidati dai responsabili di Caritas diocesana, nell’ambito del progetto “Rifugiato a casa nostra” verrà realizzato un primo incontro di carattere informativo sul tema della migrazione, dell’accoglienza e delle politiche europee (4 maggio), in modo da aiutare a avere i dati reali del fenomeno ed evitare il rischio della superficialità. Seguirà un secondo incontro (18 maggio), che parlerà invece a partire dal tema dei sentimenti e vorrebbe essere un modo per risvegliare, a partire da una via ‘affettiva’, il senso di comunità e di accoglienza.

Relativamente alla Messa domenicale, don Raffaele ha espresso la sua convinzione che una Messa unica, in cui tutta la comunità si riunisce, sia un potente strumento di comunione e di costruzione della comunità stessa, più importante che adeguare le modalità della liturgia al “tipo” di fedeli, come avviene ora alle 10 nella messa dei bambini. Nonostante l’ora tarda, su questo tema si è (giustamente) accesa una discussione, da cui sono emerse sia prospettive positive di cambiamento, sia resistenze, motivate soprattutto dal desiderio di far partecipare attivamente i bambini alle celebrazioni. Al termine della discussione non si è giunti ad una decisione e non era questo l’obiettivo; occorrerà un lungo lavoro fatto da tutta la comunità per poter pensare ad un cambiamento di questo tipo. È stato però importante tirare fuori l’argomento, per iniziare a parlarne insieme; a tal fine, il prossimo Consiglio Pastorale che avrà luogo a fine maggio sarà dedicato in buona parte a questa riflessione.

Marco e don Raffaele

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