Il Clan “MosaiKlan” è felice di condividere con voi la traccia del Deserto, breve momento di riflessione personale, che si è tenuto durante il tradizionale Campo di Pasqua a Mesola, dal 13 al 15 aprile.

Spesso noi Scout dimentichiamo quanto il nostro fondatore B.-P. ci tenesse a “bere la bell’aria di Dio” tanto che ogni Esploratore ed ogni Guida, in tutto il mondo, chiede il Suo aiuto per mantenere salda la propria Promessa. Si dice alle volte che pregare è prendersi del tempo per Dio… Ma lui ha bisogno del nostro tempo? Perché? Gli manca qualcosa? No, Dio non ha bisogno del tempo che gli doniamo; siamo noi ad averne bisogno! Prendersi uno spazio per la preghiera è una questione di amore, e amare è pregare.

Lo stile di preghiera che vi proponiamo è semplice nella realizzazione ma molto intenso, se si riesce a viverlo a pieno. Prevede diversi passi da seguire:

  1. la preparazione: ritagliati un tempo vero per te, senza la preoccupazione di impegni o appuntamenti successivi; trova un posto adeguato in cui ti senti a tuo agio, uno spazio che sia anche un po’ isolato.
  2. mettiti comodo, in una posizione che non ti distragga. Assumi la posizione che ti fa stare più comodo: seduto, in piedi, supino, sul fianco, a testa in giù.
  3. ora che sei comodo, mettiti alla presenza del Signore, aiutato dalla concentrazione ottenuta dalla posizione, dal luogo e dal tempo. Inizia a leggere il brano evangelico (Mt 17,1-9), leggilo piano. Con calma. Fermati dove una parola ti colpisce, senza fretta di andare avanti. Rileggilo ancora per una seconda volta e poi anche per una terza.
  4. ora metti da parte il foglio del Vangelo. Chiudi gli occhi e rimanendo nella tua posizione comoda comincia ad immaginare la scena che hai appena letto e riletto; sei lì ora, ti guardi intorno, incontri uno ad uno tutti i protagonisti e poi alla fine fissi lo sguardo su di lui, su Gesù; lui ricambia il tuo sguardo ed in quel momento capisci chi sei in quella scena: pensaci, focalizza e metti in moto la tua memoria. Questa scena ti ricorda episodi analoghi della tua vita?
  5. Ora inizia la tua Preghiera, hai incontrato il Signore, non perdere l’occasione di parlargli. Digli tutto quello che hai in fondo al cuore, digli quello che desideri e ringrazialo se è necessario.
  6. dopo aver speso il tempo giusto in questo colloquio riapri gli occhi, risveglia i muscoli e mentre lo fai ripercorri l’andamento della preghiera. Quale parola mi ha colpito di più? Cerca di dare un nome ai sentimenti che ti hanno attraversato.

 Molto bene, ora è giunto il momento di sgranchirsi un po’ le gambe. Raccogli tutti i tuoi pensieri e tutto ciò che hai con te e cerca un luogo in cui fermarti a riflettere insieme sul resto del Deserto che trovi di seguito.

La felicità è contraddistinta dal sentimento di un perfetto accordo tra sé e l’ambiente di vita, le cose, gli altri. E Pietro, nella scena della Trasfigurazione appena letta, esprime questo suo sentirsi in perfetto accordo con il mondo. Ti sei mai chiesto cosa sia la felicità? È difficile dare una definizione di felicità. Semplicemente, agli uomini accade di essere felici. La felicità è perciò un fatto, uno stato della mente. Gli uomini sanno cos’è la felicità perché ne sperimentano la condizione.

Gli uomini, quando sono felici, vivono di felicità e perciò è impossibile che si domandino perché sono felici: se se lo domandassero è probabile che smetterebbero di essere felici. Ciò che caratterizza la felicità e la certezza del proprio benessere e ciò è possibile solo se si è immersi interamente in esso. L’uomo non attinge alla felicità per via di riflessione, l’uomo non sa di essere felice: si sente felice.

Gesù desidera la nostra felicità. La forza del cristianesimo è stata quella di prendere sul serio il dolore di tutti e di aver ideato per tutti gli uomini una via di liberazione. È impossibile salvarsi da soli, non c’è aristocrazia che tenga di fronte alla sofferenza e, a fronte del dolore subito e del dolore prodotto, non resta che l’urlo disperato e senza voce o l’affidamento. Per questo nel cristianesimo la forma più alta dell’amore non poteva che essere Caritas, non il possesso ma l’offerta di sé, lo svuotamento. La felicità risiede nella reciprocità del dono e senza contropartita amarsi è crescere insieme nell’attesa di una comune pienezza.

Guido Borghi

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