Chi è appassionato di calcio sa bene che Gennaio è il mese dedicato al cosiddetto mercato di riparazione: i dirigenti e gli allenatori verificano l’andamento e la situazione della squadra e valutano la necessità o meno di apportare dei correttivi. E così anche don Raffa, non volendo essere da meno rispetto alle grandi squadre del nostro campionato (come la “sua” Juve) ha strutturato l’incontro dei coordinatori e animatori del catechismo prendendo spunto proprio dal calciomercato. Ha suddiviso i presenti in gruppi secondo le età (II e III elementare, IV e V elementare, I e II media) proponendo a ciascun gruppo di verificare se sono stati raggiunti gli “obiettivi stagionali” del catechismo: creare occasioni per favorire e costruire relazioni, mettere al centro l’ascolto della Parola e, infine, partecipare più assiduamente all’eucarestia domenicale. Successivamente ha invitato ad approfondire che strategie (o “tattiche”) sono state perseguite per raggiungere tali obiettivi. Ci si è chiesti infatti come e quanto si è investito nelle relazioni (non solo quale tipologia di iniziative, ma anche con quali modalità sono state approntate), se queste iniziative sono state efficaci e fantasiose o se ci si è limitati alla routine, che cura è stata data al proprio personale cammino di fede e infine che rapporto si è instaurato tra coordinatori, in particolare tra i coordinatori-adulti e gli animatori-giovani dei bambini. Per chi non lo sapesse, infatti, sempre nell’ambito del progetto dell’iniziazione cristiana secondo i criteri del Secondo Annuncio, è ormai da qualche anno che sono offerte occasioni di incontro-confronto tra i giovani animatori che generalmente si occupano più dei bambini e gli adulti coordinatori dei vari gruppi di catechismo, ovviamente più dediti alla preparazione degli incontri dei genitori. Ogni anno infatti sono proposti tre-quattro incontri guidati da don Raffaele con lo scopo non solo di riflettere sull’andamento del catechismo,  ma anche e soprattutto di attivare un confronto intergenerazionale (oggi sempre più difficile) tra giovani e adulti, tra l’entusiasmo e la fantasia tipicamente giovanile e la saggezza ed equilibrio proprio degli adulti. Ma, e qui occorre sfatare un mito purtroppo radicato eccessivamente nella nostra testa, sono proprio gli adulti quelli a fare più fatica sia in termini di presenze che di ascolto vero e proprio. I nostri giovani infatti, pur ovviamente tra mille difficoltà e ostacoli, stanno dimostrando non solo di prendere molto sul serio il proprio cammino di accompagnatori nella fede, ma anche di possedere capacità critiche e desiderio di fare, intenzioni che a volte è proprio il rapporto con gli adulti a rendere difficilmente attuabili. Molti infatti hanno espresso il desiderio di attuare iniziative più ricreative con i bambini (o più free come direbbero loro), in cui ci si ritrovi e si stia insieme in modo semplice, solo per il gusto di farlo. Allo stesso modo hanno lamentato (ovviamente in modo bonario e non polemico) un’eccessiva volontà di controllo degli adulti che, pur nelle migliori intenzioni, tendono a guidare in modo oppressivo a volte sclerotizzandosi su prassi o attività meno fantasiose cadendo nell’errore (frutto poi di una mentalità ancora molto forte) di vedere gli animatori giovani come dei meri esecutori di qualcosa deciso da altri. L’incontro non ha avuto una vera e propria conclusione proprio perché ogni gruppo ha relazionato su quanto emerso sottolineando tanti aspetti, ma trovando un generale accordo proprio su questo: le strategie del prossimo “calciomercato” dunque verteranno sulla necessità di “acquistare” maggior autonomia e “tagliare” l’eccessiva voglia di controllo dei genitori….cosa che dovrebbe fare riflettere alquanto noi adulti.

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