Tutti coloro che lavorano nel mondo della comunicazione sanno che esiste un modo efficace per lanciare un giornale o qualsiasi social network: dedicare spazio alla cronaca nera. Siamo fatti così: ci interessano le notizie negative, quelle che colpiscono perché stuzzicano la curiosità morbosa o sollecitano le passioni negative. Difficilmente potrebbe sopravvivere un mezzo di comunicazione attento alla “cronaca bianca”, dedicato alla diffusione di notizie ordinarie e buone. Un marito che uccide la moglie, o viceversa, tiene le prime pagine dei giornali per diverso tempo e conquista perfino i “mi piace” su Facebook. Un marito che va d’accordo con la moglie o la assiste e viceversa non interessa a nessuno e non attira lettori o visitatori. Questo fenomeno non ci deve stupire e nemmeno scoraggiare. Ci deve piuttosto spronare ad un maggiore impegno nella diffusione di cronache bianche. Nostro Tempo ha il coraggio di andare controcorrente e di rischiare, persino economicamente, pur di comunicare le notizie belle. Certo, parla anche di cronaca nera e rifiuta di chiudere gli occhi di fronte ad una realtà spesso ingiusta e malvagia. Ma sa bene che l’amore non fa notizia è non cerca pubblicità, al contrario dell’egoismo e dell’odio. Leggere e diffondere questo giornale significa collaborare a testimoniare la “buona notizia”, imparando a conoscere e facendo conoscere anche il sottofondo di bene, di santità domestica, di eroismo ordinario piantato nelle case, nei quartieri, negli ospedali, nei luoghi in cui ogni giorno scorre la vita delle persone. Vorrei infine segnalare anche l’aiuto prezioso che il giornale offre per aguzzare la vista oltre i nostri piedi. Noi a volte soffriamo di miopia: vediamo chiaramente vicino e vediamo confuso lontano. Ci appassioniamo ai nostri problemini quotidiani, ci indigniamo per le piccole ingiustizie che subiamo, e non ci facciamo prendere dai grandi problemi del mondo, non ci indigniamo per le gigantesche ingiustizie che affliggono il pianeta. Nostro Tempo ci aiuta a mantenere lo sguardo alto, a scorgere l’orizzonte, ad aprire la mente e il cuore, come Gesù, sulla situazione dei nostri fratelli sparsi nel mondo.

don Erio Castellucci* + Arcivescovo di Modena-Nonantola

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