Quanto al rapporto tra famiglia e giorno del Signore, se i primi cristiani testimoniavano: «senza domenica non possiamo vivere» («Sine dominico non possumus»), anche la famiglia deve dare ancora oggi la stessa testimonianza nella compagnia degli uomini. La pratica cristiana della domenica, il vivere cristianamente la domenica è sempre stato difficile e faticoso, come sempre lo è la sequela del Signore Gesù.

Per la sequela del Signore, dunque, per essere suoi discepoli in comunione con lui, occorre vivere la domenica come famiglia. Oggi che la società è frantumata, che le relazioni sono sempre più precarie e la comunicazione sempre più virtuale, in vista dell’umanizzazione occorre un ritmo comune del tempo di riposo, antidoto all’alienazione da lavoro ma anche possibilità di stare insieme, di fare comunità, di vivere la comunione. Per reagire a questa deriva occorre riaffermare che è decisiva la pratica domenicale vissuta in famiglia; altrimenti anche l’eucaristia è vissuta solo individualmente come un  precetto da soddisfare e non come la possibilità di vivere in comunione ciò che si è: una famiglia, appunto.

Ecco il compito che sta davanti a noi: insieme sentirsi chiamati dal Signore, insieme ascoltare la Parola di Dio, insieme celebrare la fede, insieme vivere l’eucaristia che rende tutti un unico corpo, il corpo stesso di Cristo. E dopo la celebrazione eucaristica, l’essenziale della vita cristiana, si dovrebbe insistere sulla possibilità della festa vissuta insieme, a cominciare dalla tavola festiva condivisa in famiglia.

E così torniamo al ruolo della famiglia: i genitori sono chiamati a insegnare ai figli non solo il ritmo settimanale, scandito dal giorno del Signore, ma quello dell’intero anno; hanno cioè il compito di far comprendere ai figli il valore delle feste – a partire dalla Pasqua, festa delle feste – e di aiutarli a viverle da cristiani. Qui si situa anche l’insegnamento a pregare, che deve avere inizio quando i bambini sono molto piccoli; un insegnamento che nasce dal pregare con loro da parte dei genitori.

 

(dalla settimana liturgica Nazionale 2015)

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