“Provate a stendere una ricetta adeguata ai nostri tempi e alla nostra comunità che possa coinvolgere in particolare i bambini del catechismo e sia gustosa”. No!! Non è un laboratorio di cucina svoltosi nei locali della parrocchia bensì la stravagante richiesta di Don Raffa a noi animatori e coordinatori del catechismo del Secondo Annuncio per riflettere ed approfondire le modalità migliori per trasmettere il vangelo ai bambini. Quattro gruppi di età variegata (dai giovani delle superiori e università agli adulti soprannominati subito “anziani”) si sono cimentati in varie ricette i cui ingredienti variavano da una buona farina (giochi accoglienti e coinvolgenti) a gustose creme (drammatizzazioni del vangelo) fino all’assembramento e alla buona cottura (il perfetto incontro del catechismo). Don Raffa ha poi evidenziato come non devono essere tanto i contenuti “corretti” quelli di cui ci dobbiamo preoccupare di trasmettere ai bambini: vale molto di più l’esempio. Se questo concetto è già di per sé importante a maggior ragione lo diventa con i bambini i quali apprendono molto di più con la testimonianza (cioè attraverso atti concreti) piuttosto che con le parole (cioè con l’astrazione). Ecco quindi che cercare di esserci con i bambini è altrettanto importante del preparare un buon incontro, anzi quello di cui si ricorderanno è proprio ciò che il catechista ha fatto più che ciò che ha detto, anche quando sembra che non stiano affatto ascoltando. Ne è scaturito un interessante dibattito ravvivato soprattutto dai giovani che hanno espresso le loro difficoltà nel rapportarsi con i bambini spesso vivaci e/o refrattari alle regole, ma inaspettatamente desiderosi di senso e di punti di riferimento. Per questo molti hanno sottolineato che la cosa più difficile è esserci non solo in quell’ora o in quell’impegno del catechismo, ma in modo più continuo e attivo perché solo così i bambini ti riconoscono come una figura autorevole e degna di essere ascoltata.  E’ un cammino non sempre facile perché il rischio è quello di lascarsi travolgere dai tanti stimoli del quotidiano e faticare a mantenere fede agli impegni, tuttavia la consapevolezza dei propri limiti è l’imprescindibile primo passo per poter migliorare e migliorarsi: è solo così che si può poi scoprire ciò che non si riteneva possibile e cioè di essere presi a vero e proprio modello dai bambini.

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