Con la partecipazione gioiosa e commossa alla celebrazione eucaristica, la nostra comunità ha inteso rendere grazie al Signore, che oggi ci ha qui convocati per riprendere possesso di un bene tanto prezioso qual è la nostra chiesa, un grazie per avere sostenuto le persone che per le loro competenze, tempo, energie hanno collaborato alla realizzazione di un progetto di ristrutturazione complesso delicato e urgente per mettere in sicurezza la struttura seriamente danneggiata dal terremoto, subito esattamente un anno fa. Lavori eseguiti con cura dall’impresa scelta, nel rispetto della struttura muraria di un’architettura bella nelle sue linee e che già negli anni della costruzione poteva definirsi avveniristica. Questo per sottolineare che ci viene riconsegnata la “nostra” chiesa, che ha conservato la sua specificità, la sua identità, ma è ora più bella per la luminosità che viene dalla apertura delle finestre e dall’originale impianto di illuminazione. L’interno ci fa godere la bellezza, l’armonia dei colori delle pareti, il significato liturgico del fonte battesimale, riposizionato in chiesa, le significative icone e le altre opere d’arte che ci richiamano la Scrittura, il Vangelo, la liturgia che più celebriamo, e ci invitano alla preghiera, alla contemplazione. Nella lunga attesa di questa riapertura ci siamo preparati spiritualmente, partecipando alle iniziative del nostro vicariato e della diocesi, per celebrare i 50 anni del Concilio Vaticano II per approfondirne i contenuti. Ci siamo preparati, in modo attivo e consapevole nell’ascolto della Parola, nella liturgia eucaristica della domenica celebrata sì in condizioni di disagio, ma come avviene da tempo, nello spirito del Concilio, chiamato da papa Giovanni XXIII “novella Pentecoste”. Tutto ha contribuito, anche il disagio, a formare una comunità disponibile al servizio, che nel corso dei lavori ha già dato generosamente, ma che terrà fede all’impegno di continuare a sostenere l’onere tuttora gravoso per il compimento di questa opera. Una comunità che, lei pure rinnovata, è oggi più consapevole della bellezza di questa appartenenza. Ora, a nome di tutti, anche di chi non può essere presente di persona (penso ad ammalati, anziani, …) un grazie vivissimo, riconoscente a don Ivo, artefice di questa bellissima opera, da lui iniziata e portata a termine nonostante le tante difficoltà. Grazie ai suoi più diretti collaboratori: don Raffaele, le suore pastorelle, i molti laici impegnati nei vari settori della pastorale: liturgia, catechesi, formazione di ragazzi giovani adulti, nel settore oggi così esigente della carità, col loro sereno e costante servizio hanno fatto sì che la vita della parrocchia fosse vissuta nella quasi normalità. Grazie a questa numerosa assemblea, ai tanti carissimi amici , che venendo anche da lontano hanno voluto condividere con noi questo giorno di festa, di comunione, di ringraziamento.

Maria Roma Panigadi