Siamo abituati male. Siamo abituati ad una liturgia dove il popolo di Dio muove solo le labbra e raramente il corpo, se non per battersi il petto, dare il segno di pace, camminare verso il luogo in cui ricevere il corpo del Signore.

L’actuosa partecipatio – la partecipazione attiva dei fedeli di cui ci parla il Concilio – sarebbe soltanto questione di cuore e non di corpo. Senonchè noi abbiamo un corpo che portiamo in chiesa per ricevere in esso il corpo del Signore.

Come dunque usiamo il nostro corpo nella celebrazione?

La nostra chiesa rinnovata ci aiuta a partecipare di più con il corpo, perché ci invita a muoverci durante la celebrazione e ad esprimere così, anche con il corpo, quanto stiamo celebrando.

Ogni rito battesimale (liturgia del battesimo, aspersione, esequie…) ci invita ad andare attorno al fonte o almeno a voltarci verso di esso, centro di quel momento celebrativo.

Ogni preghiera o canto rivolto a Maria, ci invita a girarci verso di lei o a disporci, in piedi o seduti, davanti alla sua immagine.

Ogni canto che ci è proposto ci invita a guardare chi suona e anima il canto, posti alla nostra destra ben visibili come punto di riferimento che ci guida nel canto comune.

In tutta la celebrazione, poi, siamo più vicini all’altare, centro del mistero e più vicini tra noi, per condividere questo mistero che ci rende fratelli e amici in Cristo.