Riflessioni a due mesi dalla riapertura della chiesa
A seguito del terremoto della fine di maggio 2012 e della successiva chiusura della chiesa abbiamo vissuto un anno pastorale molto particolare.
Per 13 mesi abbiamo celebrato all’aperto e nei saloni, comprese le celebrazioni dei sacramenti: con doppia celebrazione della comunione e doppia celebrazione della cresima.
Abbiamo affrontato gli ingenti lavori di messa in sicurezza e miglioramento sismico dell’edificio, a cui sono seguite scelte di miglioramento abitativo.
Abbiamo profondamente modificato l’aspetto della Chiesa, dopo aver studiato, riflettuto, dialogato sulle ipotesi architettoniche da adottare.
Abbiamo ripensato l’orientamento e gli spazi liturgici della chiesa, iniziando un periodo di sperimentazione con la chiesa “girata”.
Abbiamo affrontato una spesa che supera i 700.000 euro e lavorato per aver accesso ai contributi della Regione (e abbiamo fondate speranze che questo si realizzi).
Abbiamo modificato il nostro cammino pastorale, soprattutto la catechesi dell’iniziazione cristiana delle elementari per utilizzare gli spazi nel modo possibile.
…e ora?
Tutto è tornato alla “normalità”. Cioè ora siamo una parrocchia con chiesa, saloni, campetto. Tutto “come se niente fosse accaduto”?
Il rischio è che il ritorno alla “normalità”, dopo un momento di eccezionale emozione (la celebrazione di riapertura del 15 giugno) significhi ritorno alla “banalità”, cioè all’atteggiamento che tutto dà per scontato… che non ripensa, non rimedita quanto è accaduto.
Vorrei, invece, che avessimo nel cuore la fatica fatta, il cammino compiuto e la consapevolezza del dono che abbiamo di nuovo tra le mani. Per amarlo. Per custodirlo. Per valorizzarlo. Per diventare noi una comunità rinnovata, bella, che guarda al futuro.
Vivere la nostra chiesa rinnovata è un impegno e una responsabilità che dobbiamo apprendere superando la banalità che ci minaccia.

don Ivo