di Gian Guido Vecchi, in “Corriere della Sera” del 17 aprile 2013
«Il Concilio è stato un’opera bella dello Spirito Santo. Pensate a papa Giovanni: sembrava un parroco buono e lui è stato obbediente allo Spirito Santo e ha fatto quello. Ma dopo cinquant’anni, abbiamo fatto tutto quello che ci ha detto lo Spirito Santo nel Concilio? In quella continuità della crescita della Chiesa che è stato il Concilio?». La domanda è impegnativa ma Francesco toglie subito d’imbarazzo i presenti e, nella cappella della Domus Sanctae Marthae, si risponde da solo: «No».
Dall’elezione, il Papa ha continuato a vivere nella residenza che aveva ospitato i cardinali durante il Conclave e la messa del mattino è diventata un appuntamento importante, le omelie a braccio di Francesco non sono mai di circostanza. Ma quella di ieri mattina è particolarmente significativa, dopo la nomina di sabato del «gruppo» di otto cardinali da tutto il mondo per «consigliarlo» nel governo della Chiesa e studiare la riforma della Curia: una linea sollecitata dalla «grande maggioranza dei cardinali» nelle riunioni del Conclave, come ricordava Walter Kasper, in nome della collegialità al centro del Concilio Vaticano II.
Così ora Bergoglio esorta a non avere paura dei cambiamenti, ad «andare avanti». E lo fa con parole nette, parla della tentazione di chi vuole «addomesticare lo Spirito Santo» e prende a «esempio» proprio il Concilio. No, la Chiesa non ha fatto tutto ciò che «lo Spirito ha detto» durante le Assise di mezzo secolo fa, e il Pontefice lamenta ironico: «Festeggiamo questo anniversario, facciamo un monumento, ma che non dia fastidio!». Poi sillaba: «Non vogliamo cambiare. Di più: ci sono voci che vogliono andare indietro. E questo si chiama essere testardi, questo si chiama voler addomesticare lo Spirito Santo, questo si chiama diventare stolti e lenti di cuore».
Il Papa riprende la prima lettura del giorno, nella messa, il martirio di Santo Stefano che prima di essere lapidato annuncia la Risurrezione di Gesù e ammonisce: «Testardi! Voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo». E ricorda che «anche Gesù rimprovera i discepoli di Emmaus: “Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti!”». Ecco, commenta il Papa, «per dirlo chiaramente: lo Spirito Santo ci dà fastidio. Perché ci muove, ci fa camminare, spinge la Chiesa ad andare avanti…».