C arissima elettrice, carissimo elettore, il 24 e 25 febbraio saremo chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento. Ci saranno prospettate diverse opzioni e saremo chiamati a una scelta responsabile e informata, nonostante una legge elettorale che non piace a nessuno poiché non permette di scegliere realmente chi ci rappresenterà in Parlamento. L’Azione Cattolica, per sua natura, non sceglie uno schieramento e non intende indirizzare il voto né dei suoi soci né di chiunque altro, ma ci sembra giusto rivolgerci a te per alcune riflessioni. Innanzitutto ci troviamo di fronte a sondaggi che indicano come il rischio di astensionismo sia più alto della media tra i credenti praticanti. Questo indice di forte disamore e distacco dovrebbe essere per noi tutti appello personale di rinnovata consapevolezza nazionale, a partire proprio da noi laici impegnati nella Chiesa. (…) Per fare questo dobbiamo essere liberi nello spirito, coerenti liberamente ai principi e distaccati da pur legittimi interessi, desiderosi davvero di una semplice e spoglia testimonianza cristiana”. Abbiamo infatti una responsabilità grande in quanto non si tratta di adeguarci a quanti si limitano a ‘fare il tifo’ durante la campagna elettorale e si dividono in fazioni a prescindere dai contenuti, noi siamo chiamati ad essere cittadini sempre più consapevoli, come ci ha ricordato il vescovo nella lettera in occasione di San Geminiano.
Vogliamo essere responsabili della vita delle nostre città, della speranza dei giovani che sta drammaticamente venendo meno (questo è, probabilmente, il dato più terribile della crisi economica, sociale e valoriale che stiamo vivendo), della vicinanza a chi, nella politica, nel sociale, nel mondo del lavoro, si trova a maneggiare materie ‘fragili’ e che, proprio per questo, deve essere sostenuto dalla comunità, prima di tutto sotto il profilo spirituale, anche per evitare il grave rischio di incoerenza tra agire pubblico e privato.
Carissima, carissimo: sentiamo la responsabilità di ricostruire luoghi di autentica partecipazione, proprio a partire dalla nostra appartenenza ecclesiale e in vista della formazione di persone che vivono la loro fede anche nella loro vita civile e quotidiana. Vogliamo dire a chi si riconosce in un comune cammino di speranza e credibilità civile ed è impegnato in politica, nelle istituzioni, nel lavoro, nel sociale, che siamo disponibili al dialogo, al confronto, alla vicinanza, pur nell’ovvia distinzione dei piani. E, infine, vogliamo dirti: “Vai a votare e fallo il più consapevolmente possibile”.
Il Consiglio diocesano dell’AC di Modena-Nonantola