All’inizio dell’Avvento ci viene ricordato di “Vegliare pregando”, siamo invitati a prenderci una sosta per capire ciò che viviamo, riscoprire un nuovo inizio, il primo amore. Solo se guardiamo noi stessi alla luce della Parola riusciamo a capire che Chiesa siamo, noi viviamo bene o male se scommettiamo su una promessa, la promessa della vita eterna. La nostra vita si fonda su promesse, e anche per ognuna delle 7 Chiese Dio lancia una patto e tale si compie perché Colui che ha promesso è fedele. Il testo dell’Apocalisse ci rivela ciò che Dio dice alle chiese e a noi, egli lo fa attraverso una pedagogia dolce; compie una diagnosi, ne da un rimprovero, pone ammonimenti e lancia una promessa. Così dovrebbero essere anche le nostre relazioni, avere il coraggio di correggerci, richiamare se uno persevera, dare un tempo e lanciare una promessa perché voglio e desidero il bene dell’altro. Tutto ciò può avvenire solo se “qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta”. Quante volte ci capita che parlando con qualcuno si ha la sensazione di non essere ascoltati perché l’altro è preso da mille impe- dimenti. Dio potrà parlare a noi e alla nostra comunità solo se avremo il coraggio di aprire la porta a Colui che  bussa e ascoltare ciò che dice.

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