In questi mesi la nostra comunità ha dovuto riflettere seriamente su di una serie di questioni di notevole importanza di cui ormai tutti sono a conoscenza (ristrutturazione, uso dei locali, spese, ecc…). Ma, come si dice, tempus fugit (il tempo fugge) per cui è arrivato il momento delle scelte: non più tardi di Novembre, infatti, occorrerà decidere a quale ditta affidare i lavori di ristrutturazione in modo da iniziare gli interventi edilizi al più presto sperando che terminino non più tardi della prossima primavera. Per fare questo servirà accendere un ulteriore mutuo, tentando di tenere la rata la più bassa possibile. Ma i problemi non sono solo di carattere economico: da Domenica 28 si tornerà a celebrare le messe festive nei saloni, esperienza già vissuta quest’estate con la differenza però che non si potrà utilizzare il tendone esterno (per quanto potrà essere mite l’inverno… sarà comunque freddo!). Ciò comporterà sicuramente un grande disagio (spazio non sempre capientissimo, difficoltà di utilizzo delle sale per la pastorale ordinaria, ecc…). Detta così pare che ci aspettino mesi estremamente difficili tuttavia c’è più di un motivo per affrontare, secondo un vero atteggiamento cristiano (cioè con speranza), questo periodo. Tutte queste decisioni infatti sono state prese comunque insieme: agli incontri svolti nell’ultimo mese (quelli del 20 e 25 settembre e del 7 ottobre sulla ristrutturazione nonché il momento di sistemazione della chiesa del 30 settembre) hanno partecipato più o meno 200 persone; ciò vuol dire che è comunque iniziato un cammino, seppur timido e sempre pericolante, di condivisione e corresponsabilità dei laici nelle scelte di vita della parrocchia.

A dimostrazione che da un grande male (il terremoto) il Signore può far nascere un grande bene, la nostra comunità si è comunque messa in gioco cercando di condividere le proprie posizioni e di confrontarsi su quale strada intraprendere; sicuramente avremmo preferito fare a meno del terremoto, ma senza di esso forse non si sarebbe avuto la medesima compartecipazione pastorale. Proprio per questo non si è volutamente scelto di operare una sorta di “invocazione d’aiuto” dall’alto (il parroco che chiede soldi) in attesa di una semplice risposta passiva dei fedeli (le offerte in denaro) secondo un modello di chiesa tipicamente piramidale e riproponendo le medesime modalità ecclesiali: al contrario si è cercato di invitare tutti anche solo per capire quali motivi e quali scopi si prefiggeva la ristrutturazione della chiesa.

Il bello è stato che seppur non la totalità di fedeli, ma un po’ tutti, diciamo così, i “rami” della parrocchia (adulti, giovani, anziani, educatori, catechisti, ecc…) si sono ritrovati a offrire il proprio contributo al problema non solo in termini di denaro, ma anche di proposte, osservazioni, idee, ecc… scoprendo così di appartenere allo stesso “albero” (la parrocchia, non il gruppo…) che trova linfa dalle medesime “radici” (il Signore). A tal proposito rammentiamo che ci attende un’altra scelta importante: il rinnovo del consiglio pastorale. Seppur apparentemente più semplice e meno coinvolgente in realtà il rinnovo del consiglio pastorale è un importante momento di partecipazione comunitaria perché è l’organo principe non solo di supporto, ma anche di guida del parroco: non si tratta quindi di votare o indicare solo chi conosciamo o chi ci è simpatico, bensì di discernere come e chi può aiutare i nostri sacerdoti nel difficile compito della pastorale (che, come abbiamo visto, nei prossimi mesi sarà ancora più complesso). Anche in questo caso saremo invitati a capire cos’è il CPP e come deciderne i membri non per demandare ai “soliti noti” l’onere-onore di qualche riunione mensile, ma per condividere gli scopi, le modalità e i compiti di questo organo consultivo.

E’ quindi tempo di scelte che vanno affrontate senza la paura di sbagliare o di non essere all’altezza né, peggio, demandando ad altri “perché tanto ci penserà qualcuno”: il delicato periodo che ci aspetta non ce lo permette.

Stefano Collorafi